Il decreto bidone
Si è perso per strada il testo sull'emergenza campana. «Non l'ho mai ricevuto», lamenta Napolitano. E il caso Cosentino spacca il governo: Frattini e Gelmini con Carfagna
Dove è finito il decreto approvato dal consiglio dei ministri giovedì scorso che assegnava alla Campania 150milioni di euro per gestire e uscire dall'emergenza rifiuti? A «cercarlo» è addirittura il capo dello stato: dopo quattro giorni, non ha ancora letto una sola riga di una disposizione di legge che, decisa per decreto, dovrebbe avere in sé le caratteristiche della necessità e dell'urgenza. Ma il provvedimento per normalizzare il ciclo di smaltimento in Campania, immediatamente efficace dopo la firma del capo dello stato, non è mai arrivato sulla scrivania di Giorgio Napolitano.
Il Quirinale stila una nota secca, ma esaustiva : «La presidenza della repubblica non ha ricevuto e non ha quindi potuto esaminare, né prima né dopo la riunione del consiglio dei ministri di giovedì 18 novembre, il testo del decreto-legge sulla raccolta dei rifiuti e la realizzazione di termovalorizzatori in Campania, che sarebbe stato definito dal governo. Il Capo dello Stato - prosegue - si riserva pertanto ogni valutazione sui contenuti del testo quando gli verrà trasmesso». Ma appunto: quando? E soprattutto: è stato veramente redatto?
Per il momento si sa che sul provvedimento starebbe lavorando la protezione civile, visto che il decreto era stato licenziato «salvo intese» (anche il ministro Tremonti avrebbe espresso riserve), cioè prevedendo possibilità di modifica prima della pubblicazione in gazzetta ufficiale. Ma perché il testo «provvisorio» non è comunque stato recapitato al presidente della repubblica? E' probabile che sulla complessità dell'argomento (15 anni di crisi in regione), sia prevalsa l'emergenza di un premier sull'orlo di una crisi di nervi e non solo, dopo la bufala del ghe pensi mi di metà ottobre, quando Berlusconi asserì che avrebbe ripulito Napoli in 10 giorni. Così è arrivata la pezza del decreto «salva miracolo» in cui si stanziano 150milioni di fondi Fas, che invece di produrre posti di lavoro mettono una pezza agli errori politici del caso Campania.
Tre termovalorizzatori da costruire in pochi anni senza le valutazioni di impatto ambientale con il governatore Stefano Caldoro supervisore (con «poteri commissariali»), qualche soldo per le bonifiche, fondi a go go per il potenziamento della differenziata, della raccolta e dello spazzamento, ma soprattutto la cancellazione delle discariche a Terzigno-Cava Vitiello (Napoli), Serre-Valle della Masseria (Salerno) e Andretta (Avellino). Una mossa, quest'ultima, pensata probabilmente per riscuotere consenso dopo le proteste dei cittadini, ma senza una terza via e un piano «vero» per evitare crisi cicliche. Ieri proprio Caldoro ha detto che per venire a capo della crisi ci vogliono almeno tre anni. Ma se così fosse che senso avrebbe un decreto urgente per la normalizzazione? Per il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino, il ddl addirittura «non esiste»: «Io in consiglio dei ministri ci sono stata per 10 anni - ha commentato -. Se non c'era l'articolato, c'erano i punti che si dovevano inserire nel decreto legge, e poi questo ritardava di un giorno ma usciva, andava prima dal presidente della repubblica per la firma e poi sulla gazzetta ufficiale».
Critica anche l'Idv che tramite il capogruppo alla camera Massimo Donati taccia il premier di propaganda portata avanti sulla pelle dei cittadini: «Del decreto non c'è traccia e la Ue ha certificato il fallimento del governo. Le chiacchiere di Berlusconi, che si vantava di aver risolto l'emergenza, sono un'offesa all'intelligenza di tutti gli italiani». E dal Pd, mentre Rosy Bindi attacca «un governo fantasma che annuncia provvedimenti fantasma», la deputata ex-sindaca di Ercolano Luisa Bossa chiama in causa anche la polemica aperta dal ministro per le pari opportunità sulla gestione Cosentino nel Pdl campano: «La destra è nel pallone, che fine ha fatto il decreto? - si chiede - Esiste? Lo stanno riscrivendo dopo la polemica aperta da Mara Carfagna? Non si sa». Intanto i comitati denunciano che tre persone del presidio antidiscarica di Terzigno sono state investite da «un compattatore di rifiuti lanciato in velocità» e diretto alla cava Sari. 2950