L'Asa va alla chiusura, Vollino diventa liqudatore
L’Asa si avvia alla messa in liquidazione. Il percorso sarà avviato dall’assemblea dei soci di questo pomeriggio. Una decisione annunciata, fin dall’ultimo confronto tra gli azionisti dello scorso 30 luglio. In quell’occasione, i rappresentanti della parte pubblica e il socio provato - dopo aver provveduto all’approvazione del bilancio 2009, chiuso con un disavanzo di 537mila euro - presero atto della pesante situazione debitoria, di oltre un milione di euro, rilevata al 30 maggio del 2010. In quella sede, gli azionisti convennero sull’opportunità di provvedere alla ricapitalizzazione, definendo la giornata odierna come termine ultimo per ricostruire il capitale sociale dell’Asa, interamente azzerato dal passivo registrato nell’ultimo consuntivo. Ma già si immaginava il finale cui si arriverà nell’assemblea dei soci di questo pomeriggio. L’ormai imminente passaggio di consegne - servizi e personale - alla società provinciale di gestione del ciclo integrato ha consigliato, infatti, di mettere in liquidazione la società. L’intesa tra le parti è stata ratificata attraverso una serie di incontri informali tenutisi nel corso delle ultime settimane. Oggi, l’assemblea degli azionisti - per la parte pubblica parteciperà il presidente del soggetto liquidatore del Cosmari Av1 Felicio De Luca, subentrato al dimissionario Walter Palermo - nominerà pure il commissario liquidatore, cui spetterà il compito di accompagnare la società di viale Italia alla cessazione definitiva delle sue attività. Con ogni probabilità - manca solo l’ufficialità - gli azionisti indicheranno nell’attuale presidente Edoardo Volino il nuovo commissario liquidatore dell’Asa. A Volino spetterà il compito di far quadrare il cerchio, recuperando il pesante passivo maturato nell’ultimo esercizio finanziario e nell’anno in corso. Una passività dalla quale si immagina di rientrare con la riscossione di almeno parte dei crediti vantati - che ammontano a circa sette milioni di euro - nei confronti di numerosi Comuni e del Cosmari Av1, anche esso in liquidazione e creditore di numerosi enti locali. Un pezzo di storia del comparto rifiuti della provincia di Avellino, dunque, sta per andare in archivio. Si apre una pagina del tutto nuova, con la gestione a livello provinciale, affidata a «IrpiniAmbiente», a totale capitale pubblico. Nella nuova società saranno accentrate, dal prossimo primo gennaio, le attività finora effettuate da tutti i soggetti impegnati nel comparto, dai due Cosmari ai rispettivi bracci operativi, Asa e Av2 ecosistema. Ma «IrpiniAmbiente» assorbirà anche le funzioni dei Comuni, derogando - laddove gli enti fossero interessati alla gestione - solo rispetto allo spazzamento. Una decisione, questa, che è mal digerita dai sindacati, pronti a dichiarare guerra e proclamare lo stato di agitazione dei dipendenti del comparto. Pure se nessuno lo dice apertamente, infatti, esiste un problema esuberi: «IrpiniAmbiente» potrebbe annunciarli già oggi, nel corso del nuovo confronto con le parti sociali, convocato per definire le modalità dell’assorbimento - da parte della società provinciale - degli addetti del comparto. Le organizzazioni di categoria si presenteranno al tavolo con la posizione assunta nel corso delle assemblea con i lavoratori del settore. Chiederanno la salvaguardia dei livelli occupazionali, il pagamento del Tfr finora maturato dagli operatori e il mantenimento, tra le funzioni di «IrpiniAmbiente», del servizio di spazzamento. «Diversamente - dicono - si indebolirebbe il sistema». Richieste rispetto alle quali appaiono intransigenti. In caso di risposta negativa sarebbe inevitabile la proclamazione dello stato di agitazione, prima, e dello sciopero del settore, poi.