Rifiuti, nuovo allarme ecomafia nei Comuni

Il procuratore di Santa Maria Lembo in regione: "Convitati di pietra condizionano la raccolta"
30 novembre 2010 - Lorenzo Calò
Fonte: Il Mattino Caserta

Un quadro desolante, che ha lasciato senza parole i componenti della commissione regionale speciale sulle Ecomafie e sulle bonifiche ambientali. L’audizione del procuratore capo di Santa Maria Capua Vetere Corrado Lembo non ha concesso adito a dubbi: affidare - è il pensiero del procuratore - la raccolta ai Comuni rappresenta un fattore di rischio elevatissimo per la presenza di «convitati di pietra». Proprio così: convitati di pietra. Parole che non hanno scosso più di tanto l’ex senatore Franco Malvano, presente all’incontro, già questore di Napoli e da qualche settimana commissario regionale per i beni confiscati. E tuttavia Lembo è stato lapidario: «L’opinione mia personale e del mio ufficio è sull’attuale inopportunità di affidare ai Comuni la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti: si tratta di una decisione estremamente pericolosa». Per Lembo, infatti, sarebbero presenti in molti comuni «convitati di pietra con i quali i sindaci sono costretti a fare i conti e che detengono il potere necessario a condizionare le politiche territoriali. E non si può far finta che questi convitati non esistano». Per il capo dell’ufficio inquirente di Santa Maria, inoltre, in molti di questi comuni «da un vero e proprio pedinamento dei sacchetti di spazzatura, si è evidenziata una raccolta differenziata finta» che mette in risalto «un interesse alla raccolta indifferenziata». Ecco perché, al termine dell’audizione - durata più di due ore - il presidente della commissione Antonio Amato si è detto «molto preoccupato. Ci attiveremo per porre le questioni sollevate come priorità da affrontare e definire sia con la giunta regionale che con le altre istituzioni interessate». Secondo Lembo, inoltre, la stessa unificazione degli ex quattro consorzi della provincia di Caserta, «pur rispondendo a una logica di razionalizzazione, in assenza dei dovuti controlli, rischia di determinare il perpetuarsi delle gravissime distorsioni che si sono avute in passato». Ed è proprio sulla questione dei controlli che Lembo ha insistito: «I controlli di legalità amministrativa andrebbero fatti prima di quelli giudiziari. Ma il vero tema è: chi controlla i controllori? Buona parte dei controllori si sono dimostrati spesso criminali che vivono di corruzione e concussione. Gruppi di funzionari dello Stato che operano alle spalle dello Stato. Nella provincia di Caserta questo è un costume enormemente diffuso». Chiaro il riferimento alla vicenda dei Regi Lagni, ma anche ai veleni sversati per anni nella zona fra Giugliano e Parete, e un po’ in tutto l’agro aversano, area, tra l’altro, individuata come nevralgica in Campania a causa della sospetta incidenza di patologie tumorali in percentuale mediamente più elevata rispetto alla casistica regionale. «La depurazione non avveniva e spesso i fanghi cosiddetti di depurazione inquinavano ulteriormente acqua che entrava già inquinata - ha evidenziato ancora Lembo - Ma se noi abbiamo reso noto tutto questo, come è possibile che nessuno presso questa Regione, che pure ne ha titolarità, ha mai effettuato un’attività di verifica sui controlli»?. E intanto ieri il sindaco di Santa Maria Capua Vetere, Giancarlo Giudicianni, in una lettera al governatore Stefano Caldoro, ha criticato la decisione della Regione di autorizzare lo sversamento di rifiuti di Napoli (400 tonnellate) allo Stir del comune sammaritano. Giudicianni, che ha inoltrato lo stesso documento anche al prefetto di Caserta, Ezio Monaco, ha stigmatizzato «l’assoluta mancanza di informazione al Comune sul quale insiste l’impianto: tutto questo non è tollerabile». E sempre ieri, l’Arpac ha inviato alla Gisec, la società provinciale che gestisce l’impianto, una serie di prescrizioni nel trattamento dei rifiuti convogliati nei capannoni.

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