«Formicoso salvo ma sono stati giorni difficili»
I dubbi del Capo dello Stato. Il nuovo intervento del procuratore della Repubblica di Napoli. Il lungo vertice in prefettura a piazza Plebiscito. Andretta e il Formicoso possono tirare un sospiro di sollievo solo ora, dopo giornate di tensione ai massimi livelli. Il sito di Pero Spaccone è stato definitivamente depennato dall’elenco degli sversatoi regionali, quella famosa lista di dieci aree diramata il 24 maggio del 2008. Adesso, per l’ennesima volta, il sindaco di Andretta, Angelantonio Caruso, si ritrova a parlare del problema rifiuti. Ma forse è davvero passata la tempesta: «Purtroppo abbiamo vissuto altri momenti di trepidazione dopo i dubbi sul nuovo decreto rilevati dal Quirinale. - commenta il primo cittadino -. Sono state ore di smarrimento, anche perché non riuscivamo a capire a cosa si potesse arrivare. Insomma, giorni davvero terribili per la nostra comunità. Ma si è deciso di affrontarli in silenzio senza creare allarmismi». I rilievi del Colle erano piovuti a valanga sul nuovo testo del governo. Lo staff giuridico del presidente Giorgio Napolitano si era concentrato anche sulla mancanza di soluzioni alternative per il trasferimento dell’immondizia (quali potevano essere le zone del Formicoso, di Macchia Soprana, di Cava Vitello). Ora i sacrifici maggiori sono stati chiesti a Serre, proprio con la riapertura provvisoria della grande discarica di Macchia Soprana. Anche Savignano Irpino farà la sua parte, seppur con la massima vigilanza. Ma il primo cittadino di Andretta commenta anche le parole del numero uno della Procura partenopea, Giovandomenico Lepore. Per la seconda volta il magistrato aveva chiesto all’Irpinia di aiutare Napoli con i grandi spazi argillosi, capaci di inghiottire enormi quantità di rifiuti. «Già, siamo stati costretti ad ascoltare ancora una volta l’intervento di un magistrato su materie di competenza politica. - aggiunge Caruso - Mi dispiace dirlo, ma noi amministratori non entriamo certo in aspetti che riguardano l’ordinamento giudiziario. Le parole di Lepore suonano strane, anche perché ad un procuratore non competono neanche analisi sulla presunta idoneità geologica dei siti». A 24 ore dalla decisione di cancellare le tre aree, Angelantonio Caruso si dice soddisfatto del lavoro svolto dal presidente della Provincia, Cosimo Sibilia, e dall’assessore all’Ambiente, Domenico Gambacorta. «Un’azione iniziata a monte con il processo di provincializzazione del ciclo dei rifiuti - afferma - e proseguita nel periodo degli scontri a Terzigno, quando si è fatto capire a Berlusconi che una provincia virtuosa non poteva pagare per colpe altrui». Certo, nulla impedisce di reintrodurre l’area del Formicoso in un’altra lista di potenziali discariche. Ed è per questo che l’auspicio di Caruso è quello di tutti. Costruire, e presto, i termovalorizzatori, utilizzare le cave dismesse per fronteggiare nuove crisi: «Se le cave sono state utilizzate per anni dalle eco-mafie non vedo perché non debbano essere sfruttate dallo Stato». Con la provincializzazione si potrà comunque essere tranquilli, con o senza un commissario straordinario che operi a Napoli. «Dal 2011 dovremmo essere definitivamente al riparo da tentativi di sversare nelle nostre zone. Mi riesce difficile pensare che un commissario che possa stravolgere in tutto e per tutto la legge che sancisce l’autonomia delle province, con gli obblighi e i conseguenti diritti. Il collasso napoletano - conclude Caruso - è un punto di svolta».