"Solidarietà dall'Irpinia, ora la svolta a Napoli"
Oltre quindici milioni di euro come ristoro per i  Comuni di Ariano, Savignano e Avellino. In pratica, le tre realtà  territoriali che ospitano le due discariche e lo Stir. Dopodomani, alle  15, è in programma a Roma l’incontro al ministero dell’Ambiente con il  presidente Cosimo Sibilia e l’assessore provinciale Domenico Gambacorta,  per definire le modalità e fare arrivare i soldi. È questo uno dei  risultati che ha incassato il presidente della Provincia, Sibilia, nel  corso dell’incontro con il premier Silvio Berlusconi a Napoli. Non solo:  l’articolo uno del decreto legge sui rifiuti cancella il sito del  Formicoso tra quelli individuati per l’eventuale realizzazione di nuove  discariche. «Le popolazioni che hanno sopportato e sopportano sacrifici  notevoli finalmente ricevono il ristoro economico da tempo atteso»,  dichiara il numero uno di Palazzo Caracciolo. La comunità di Ariano,  Avellino e Savignano aspettano da circa due anni le compensazioni. Il  ristoro fu inserito nel decreto legge 123 del 2008, ma finora dei fondi  neanche l’ombra. Ora il via libera. «A dimostrazione che la nostra  attenzione è massima per tutte le aree del territorio, senza  distinzioni», aggiunge Sibilia che ha spinto fortemente per escludere  Andretta dai siti previsti quali sede di nuove discariche in Campania.  A  questo punto, però, c’è da dare altra solidarietà a Napoli e alla sua  provincia per uscire dall’emergenza. Ancora una volta per quantitativi e  tempi limitati: 250 tonnellate di rifiuti da conferire a Pustarza, fino  al 15 dicembre prossimo. In soccorso di Napoli anche le altre province  campane e le regioni. 
«Per l’ennesima volta non ci sottrarremo al senso  di responsabilità. Si tratta di rifiuti controllati. Peraltro noi  spediremo al termovalorizzatore di Acerra lo stesso quantitativo di cdr  che si produce allo Stir di Pianodardine», spiega il presidente. Nello  stesso tempo, però, Sibilia non risparmia critiche ai colleghi  amministratori napoletani. A suo dire quella provincia e, soprattutto,  il capoluogo «non possono non pensare di organizzare a stretto giro di  tempo un sistema di raccolta differenziata. Ogni qualvolta che Napoli va  in crisi l’emergenza coinvolge l’intera regione, anche realtà virtuose  come la nostra. È assolutamente necessario che ci sia una svolta, non è  possibile camminare sempre sul filo del rasoio dell’emergenza: si  rischia di vanificare gli sforzi che si compiono e tornare puntualmente  al punto di partenza». I quantitativi di rifiuti destinati a Pustarza  dal napoletano non intaccheranno il ciclo disegnato in Irpinia. 
A  Savignano fino a metà del 2009 sono giunte fino a mille tonnellate  giornaliere. A sbloccare l’impasse napoletana ha contribuito  notevolmente la riapertura della discarica salernitana di Macchia  Soprana. Sibilia chiarisce la ratio della decisione di dare altra  solidarietà alla comunità partenopea: «Abbiamo finalmente registrato un  segnale di svolta per la risoluzione del grave problema partenopeo. Ma,  ribadisco, ho detto al premier Berlusconi, al governatore Caldoro, al  prefetto e al presidente Cesaro della necessità di invertire la rotta  sul percorso della raccolta differenziata. Altrimenti ogni sforzo sarà  vano. Serve impegnarsi seriamente per la svolta definitiva». Insomma,  Sibilia non fa sconti ai colleghi amministratori della provincia di  Napoli, ancora soffocata da migliaia di tonnellate di immondizia. Sempre  nel corso del vertice con Berlusconi sono stati definiti i pagamenti  che spettano a «IrpiniAmbiente», la società provinciale che si occupa di  rifiuti. Sarà direttamente la società di Napoli, la Sapna, a pagare le  spettanze arretrate e i nuovi conferimenti presso lo sversatoio di  Savignano. E ciò al fine che si eviti un aggravio di costi per la  popolazione irpina.

