«Arrivano quattrocento soldati così l’esercito ripulirà Napoli»
Operazione rifiuti, atto secondo. Il teatro dell’azione sarà la provincia di Napoli. In alcuni comuni come Quarto, Volla, Sant’Antimo, il piano parte subito. Contingente variabile, subito quattrocento militari in campo. Ma mezzi e uomini potranno aumentare, pronti a intervenire in maniera «congrua» al prossimo squillo d’allarme. «Siamo pronti. Appena ce ne sarà bisogno saremo sul territorio per dare il nostro contributo. Come è accaduto due anni fa».
Ruspe, bobcat, il genio militare in azione, e soprattutto le discariche trasformate per decreto in siti strategici. In fondo fu questa la svolta «in divisa» che consentì di riaprire i siti bloccati dalle rivolte. Al briefing di venerdì scorso con Berlusconi, insieme al generale Mario Morelli, ha partecipato anche il generale Carlo Gibellino, Sottocapo di Stato Maggiore: inviati speciali del ministro della Difesa, Ignazio La Russa.
Ministro, quali compiti avranno i militari? «Nel vertice di Napoli abbiamo offerto la nostra disponibilità a collaborare ma abbiamo anche dato suggerimenti sulla base dell’esperienza e del ruolo che abbiamo avuto negli ultimi due anni. È stato deciso che in provincia sarà concentrato il nostro impegno per contribuire alla soluzione dell’emergenza».
Ma è un ruolo che potrà cambiare nelle prossime settimane. «Noi siamo pronti a ogni richiesta, Napoli e i napoletani meritano questo e altro. Ripeto, l’importante è aver dato la nostra piena disponibilità, l’esercito sarà in prima linea. Anche stavolta si tratterà di un’attività non specificamente militare, le Forze armate saranno comunque in prima linea».
Quanti saranno gli uomini in campo? «La prima richiesta è di 400 uomini, comprensivi dei 160 che già oggi sono impegnati negli Stir e negli altri impianti. Anche questi saranno utilizzati alla guida dei mezzi che dovranno ripulire Napoli e provincia. Ovviamente si tratta del primo approccio, all’occorrenza siamo disposti a fare di più anche numericamente»
Possibile l’impiego di siti di proprietà del demanio militare per stoccare temporaneamente i rifiuti? «I militari possono fare tutto quello che hanno fatto la volta scorsa e sono a disposizione per quelle che potranno essere le esigenze del piano. Potrebbe presentarsi la possibilità di utilizzare siti alternativi e anche su questa ipotesi siamo disposti a dare il nostro contributo. Insomma, di cose possiamo farne molte. Abbiamo messo a disposizione anche il genio militare e se sarà necessario non ci tireremo indietro. Ovviamente non tocca a noi decidere né fare il piano, anche se abbiamo contribuito con dei suggerimenti. Ora siamo pronti a qualsiasi richiesta».
Due anni dopo la stessa emergenza, dov’è l’errore? «Probabilmente anche noi abbiamo commesso un errore». In che senso? «Abbiamo confidato troppo sul fatto che gli enti locali fossero in grado di gestire una fase di transizione, quella successiva all’intervento del governo che risolta l’emergenza aveva indicato la strada da seguire».
Poi cosa è successo? «È stato un lavoro importante e per il risultato ottenuto in qualche modo addirittura miracoloso. Purtroppo non siamo stati all'altezza di prevedere che posti una serie di rimedi e di prescrizioni, anche un piccolo inconveniente nel delicato equilibrio del piano avrebbe potuto creare gravi problemi. Era una fase di transizione nella quale si è poi rivelata determinante in negativo l’opera degli enti locali».