Termovalorizzatore di Salerno: via al piano Cirielli. Barricate di De Luca

Alta tensione, il sindaco dice no
Vincoli urbanistici e ricorsi al Tar per bloccare l'appalto della Provincia
28 novembre 2010 - Fulvio Scarlata
Fonte: Il Mattino

Commissariare la gestione del termovalorizzatore di Napoli, lasciare intatte le procedure avviate dalla Provincia a Salerno: Stefano Caldoro ha già deciso come utilizzare i poteri che il Governo gli ha assegnato. Una linea osteggiata dal sindaco Vincenzo De Luca che, in base al principio sintetizzato dalla frase: «Senza il Comune di Salerno l’inceneritore possono farlo nel giardino di casa di Cosentino», ha già predisposto una controffensiva urbanistica, legale e di iniziativa parlamentare. Si aspetta il testo definitivo del Governo sull’emergenza rifiuti. I vertici istituzionali campani, tuttavia, non rimangono fermi. Stefano Caldoro è pronto a nominare un commissario per l’impianto di Napoli che dovrebbe assumere gli atti preparatori del bando di gara già prodotti dall’Asia, con la manifestazione di interesse di una serie di grandi aziende italiane ed europee. Per l’inceneritore di Salerno, invece, nessun cambiamento visto che è già stata bandita la gara d’appalto. «È una gara internazionale, trasparente e corretta - spiega l’assessore regionale Giovanni Romano - La Regione interviene solo se l’appalto non viene assegnato». Il tutto aspettando il testo del decreto del Governo e se il provvedimento rientra nel «milleproroghe» legato alla Finanziaria o se invece avrà un passaggio parlamentare con possibili modifiche in aula. «Sarebbe molto grave se Caldoro decidesse di perseguire conflitti istituzionali con il Comune di Salerno rincorrendo spinte correntizie del suo partito e pretese arroganti del presidente della Provincia di Salerno». Fulvio Bonavitacola, il deputato vicinissimo a De Luca che ha contribuito a scrivere il testo del disegno di legge sui rifiuti presentato dal Pd, chiarisce bene la posizione del sindaco salernitano. Palazzo di Città, infatti, chiede di controllare la gara d’appalto (vantando una efficienza amministrativa che ha consentito di aprire in meno di due anni l’unico sito di compostaggio realizzato in Campania in 16 anni di emergenza rifiuti, abbattendo i costi per il conferimento della frazione organica dei rifiuti e abbassando la Tarsu del 5%) ed entrare con una propria quota nella società che gestirà l’impianto sul modello dei Comuni di Brescia e Milano con la A2A garantendosi introiti sui futuri guadagni indotti dal bruciare i rifiuti. In caso di conflitto con Caldoro le contromisure sono già pronte. La Giunta De Luca ha già cambiato la destinazione dell’area che dovrebbe accogliere l’inceneritore, diventata da industriale a artigianale con una variante urbanistica. Se il provvedimento viene votato in consiglio comunale scattano le norme di salvaguardia, sarà difficile avviare le procedure per realizzare un impianto industriale e si avvierà una lite giudiziaria infinita. Una prospettiva che dovrebbe scoraggiare qualsiasi azienda, visto che è la società che vince l’appalto a investire 218 milioni di euro. Pronto anche il ricorso al Tar e alla Corte Costituzionale contro la legge che assegna alle Province la gestione del ciclo dei rifiuti. Mentre deputati e senatori Pd si batteranno in Parlamento per modificare il decreto del Governo al momento della conversione in legge. La filosofia è chiara: «Senza il Comune di Salerno il termovalorizzatore a Salerno non si fa».

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