Spazzamento a «IrpiniAmbiente», i sindacati sono pronti allo sciopero
Il capogruppo Pd, La Verde, avverte: "Asa, il liquidatore non sia volino"
Innanzitutto salvaguardia dei livelli occupazionali, pagamento del trattamento di fine rapporto ai lavoratori e mantenimento dello spazzamento in capo a «IrpiniAmbiente». Sono queste le richieste che arrivano - in vista della prosecuzione della discussione con i vertici della società provinciale «IrpiniAmbiente», prossima all’acquisizione di funzioni e dipendenti nel settore rifiuti - dal sindacato e dai lavoratori al termine di una accesa assemblea tenutasi presso il centro sociale «Samantha Della Porta». In caso di mancato accoglimento delle istanze, scatterebbe immediata la proclamazione dello stato di agitazione prima e - anche se nessuno lo dice in maniera ufficiale - dello sciopero del settore poi. Su Asa e spazzamento, nel frattempo, interviene il capogruppo del Pd nel consiglio comunale di Avellino Stefano La Verde. «Il gruppo consiliare - spiega - evidenziò l’inopportunità delle nomine del consiglio di amministrazione dell’Asa. Oggi non vorremmo che anche la fase di liquidazione fosse ispirata dalla stessa logica, indicando nell’attuale presidente il liquidatore unico. Ancor più deprecabile sarebbe se la nomina dovesse arrivare attraverso un provvedimento del Tribunale di Avellino. L’avvocato Edoardo Volino, in quanto presidente del consiglio dell’ordine, sarebbe incompatibile». Una questione che diventa decisamente di carattere politico e un problema dalla natura sindacale. Per il caso «IrpiniAmbiente» i rappresentanti delle parti sociali sono chiare e determinate nel presentare le richieste rispetto alle quali non ammettono deroghe. Di tagli non vogliono sentirne parlare. Del resto - anche se da «IrpiniAmbiente» nessuno si sbilancia - è noto che il passaggio di gestione alla società provinciale potrebbe comportare un esubero di personale. Ma i sindacati chiedono anche che l’accordo per il trasferimento di personale venga definito da subito in tutti i dettagli: non ammettono l’ipotesi di avviare l’assorbimento di personale senza aver fatto prima chiarezza. A cominciare dal trattamento di fine rapporto: le spettanze maturate dai lavoratori presso enti e società che si accingono a chiudere i battenti deve essere liquidato e non deve transitare nella nuova società. In ultimo, il nodo che appare più intricato: lo spazzamento e la possibilità di lasciarlo in gestione ai comuni. Se la Provincia e «IrpiniAmbiente» potrebbero non fare un dramma in caso di enti locali pronti a gestirsi in proprio il servizio, sindacati e lavoratori non ci stanno. «Si rischierebbe di indebolire il sistema», dicono, consapevoli che in Comuni - come Lioni - dove è stato già seguito questo percorso,si è finiti per complicarsi la vita e penalizzare i lavoratori, creditori di numerose mensilità arretrate con conseguenze immaginabili. Ecco perché - a riguardo - la posizione delle organizzazioni di categoria è intransigente. Non solo, le parti sociali si dicono anche pronte a contrastare l’azione di amministratori - come quelli del capoluogo - che si stanno organizzando in proprio. Il mantenimento del servizio di spazzamento in capo agli enti locali potrebbe, infatti, pure acuire il problema esuberi. Nel corso dell’assemblea emerge, inoltre, anche un’importante novità sul futuro dell’Asa: «Entro il 30 novembre non ci sarà nessuna ricapitalizzazione. La società sarà quindi messa in liquidazione, ma questo non dovrebbe comportare disagi nello svolgimento del servizio, né pesare sui lavoratori».