"Accuse di camorra e variante, vado in Procura"
Cirielli sceglie la linea del «tutto bene, non potrebbe andare meglio» per commentare - poche ore prima che il presidente Napolitano emani quel decreto che ora porta le modifiche da lui volute - i particolari che cambiano la sostanza del «subentro delle amministrazioni territoriali della Regione Campania nelle attività di gestione del ciclo dei rifiuti». Sulla modifica in sè fa spallucce: «Per me non cambia niente, perché Giovanni Romano, da assessore all'Ambiente della Provincia, ha formulato il bando, e Giovanni Romano, da assessore all'Ambiente della Regione, lo gestirà». Addirittura: «Sul piano formale il presidente della Repubblica ha ragione, perché l'obbligo di intesa tra gli enti non avrebbe offerto le dovute garanzie di accelerazione dei tempi. Sarebbe stata un'anomalia». Tuttavia a proposito dei tempi perde la calma, sposta il tiro sul vero nemico, risuscita una dicotomia destra-sinistra e minaccia denunce alla procura: «Avevo seri dubbi su De Luca. Non poteva realizzarlo lui il termovalorizzatore, anche perché ha già fallito nella sua missione. Il Governo gli ha tolto le competenze nel dicembre del 2009. Anche troppo tardi. Se lo avesse fatto prima oggi saremmo in una fase avanzata dell'incarico». Cirielli si avventa sul primo sgambetto burocratico del sindaco: «Gravissimo atto la variante urbanistica approvata in giunta - quella che trasforma i suoli di Cupa Siglia da industriali a commerciali sottraendoli di fatto all'operazione, varata il 5 novembre e già sul Burc - È fuori legge e noi la respingeremo». Per ora devono passare i trenta giorni previsti proprio per le osservazioni, e i tempi inesorabilmente si allungano, mentre De Luca in altra sede ribadisce: «Il termovalorizzatore lo facciano nel giardino di Cosentino». Per Cirielli la variante «rimane un atto illegale. De Luca - dice - ha speso soldi per progetti e gare, poi ha detto che l'impianto lo fa lui o non si fa. La variante è un atto gravissimo che comunicheremo all'autorità giudiziaria». Denuncia numero uno. La numero due riguarda l'ultima sortita deluchiana che più o meno suona così: non vorrei che con quel decreto ci avessero tolto il termovalorizzatore e ci avessero regalato un po' di camorra. Cirielli si fa ironico: «Il sindaco di Salerno ha detto che da quando amministriamo la Provincia si sono registrati avvicinamenti di gruppi camorristici. Comunicheremo questa ipotesi alla procura perché se De Luca sa qualcosa non vorremmo lasciarlo solo in questa battaglia, se invece si tratta di calunnie, la cosa cambia molto». Dalla spina De Luca al coltello Carfagna: «Mi fa piacere che abbia cambiato idea. Pensava che il termovalorizzatore dovesse andare al Comune e invece lo faranno la Regione e la Provincia. Mi fa piacere che abbia cambiato idea anche su Cosentino: lo considerava un camorrista e invece ha ripreso a lavorare con lui. Ora vuole essere coinvolta, vuole lavorare con noi, io sono contento perché abbiamo bisogno di un ministro che lavori con noi». E sull'ipotesi di commissariamento dei vertici locali del Pdl: «Il coordinamento nazionale ha parlato di soluzioni condivise e questo non può voler dire chiedere la testa di qualcuno». E a Cirielli non risulta: «Se non da Bocchino o da De Luca. Escludo che la Carfagna abbia avanzato una simile richiesta». Poi racconta: «Ho parlato con Berlusconi che mi ha chiesto della situazione di Salerno, del comportamento di De Luca, della situazione dei rifiuti e ha confermato la sua fiducia al partito e alla Provincia. Anche nel decreto c'è un atteggiamento di attenzione nei confronti della Provincia di Salerno». Poi, tanto per non far calare troppo la tensione: «Soluzioni condivise vuol dire condividere tutto, anche il candidato a sindaco Anna Ferrazzano». Su cui non ha dubbi: Gagliano? Non è di destra. De Luca ringrazia perché non abbiamo un candidato unico? Non è colpa nostra. La battaglia per il Comune è importante? «È fondamentale per tutti i cittadini di Salerno che se continuano col governo di sinistra si troveranno immersi in una enorme mole di debiti. Certo non vorrei essere al posto di chi vincerà perché il lavoro da affrontare sarà immane».