In strada ancora 2700 tonnellate e gli impianti Stir sono saturi
Priorità scuole e ospedali
Sono ancora oltre 2700 le tonnellate di spazzatura accumulate lungo le strade di Napoli. Nella notte tra giovedì e venerdì l’Asia ha prelevato e conferito circa 1350 tonnellate di rifiuti, 700 nella discarica di Chiaiano, il resto negli impianti di Giugliano e Tufino. Ma la situazione, almeno per il momento, non sembra destinata a migliorare perché solo 8 compattatori hanno varcato gli Stir di Tufino e Giugliano che non lavorano a pieno regime perché hanno i magazzini dello stoccaggio della frazione organica saturi e quindi non possono ricevere altra spazzatura. Inoltre a Tufino si registrano difficoltà anche nel trasferimento della frazione secca. Per l’amministratore delegato dell’Asia, Daniele Fortini, le possibilità di sversare restano al momento ridottissime. Qualcosa potrebbe migliorare grazie alla disponibilità mostrata dal governatore della Puglia, Nichi Vendola, ad accogliere parte dell’umido che attualmente ingombra gli stir. Perciò l’azienda ha deciso di dare la priorità a scuole, ospedali, case di cura. E non solo. Il piano dell’Aisa prevede: via i cattivi odori, distribuendo prodotti enzimatici sui cumuli e attenzione a ripulire tutti i quartieri della città nonché a predisporre soluzioni organizzative per la raccolta presso i mercati e grandi centri di distribuzione. Disposizioni anche per l’Asl, che dovrà provvedere a incrementare gli interventi di sanificazione ambientale già in corso. Tutto questo, fino all’ultimo giorno dell’anno. Ma ieri c’erano enormi cumuli di sacchetti abbandonati anche alle spalle della prefettura dove si è tenuto il vertice con il premier. In piazza Capidichino, sotto la rampa dell'Asse mediano in costruzione, non lontano dall’aeroporto, i cassonetti erano colmi e tutto intorno c’erano numerosi sacchetti abbandonati che, probabilmente, non vengono raccolti da più giorni. Lungo la strada che conduce all'aeroporto, lasciando alle spalle il quartiere di Secondigliano, sono stracolmi tutti i cassonetti: grandi cumuli sui quali la gente ha abbandonato anche ingombranti come sedie, mobili. E ieri per fare il punto sull’emergenza sanitaria si è tenuta la prima riunione tra la commissione per l’ambiente e la salute dell’ordine dei Medici di Napoli, presieduta da Gabriele Peperoni, e l'Osservatorio epidemiologico Regionale, coordinato dal professor Donato Greco. Al confronto ha preso parte anche Loredana Musmeci dell’istituto Superiore Sanità. Dopo aver convenuto sulla necessità che l’emergenza rifiuti debba trovare la più immediata soluzione, si è deciso di avviare un programma di vigilanza sanitaria, condividendo il protocollo predisposto dalla Regione, d’intesa con l'Istituto Superiore di Sanità, le Università, le strutture dipartimentali delle Asl preposte alla tutela dell’ambiente ed esperti di settore. Il protocollo prevede l’attivazione di un servizio di sorveglianza territoriale con l’istituzione di una larga ed efficace rete di medici-sentinella al fine di monitorare l'andamento di patologie eventualmente collegabili con l'emergenza-rifiuti. «Avevamo nel 2008 la crisi rifiuti adesso siamo nuovamente in crisi rifiuti - commenta il professor Donato Greco - le discariche sono piene, non ci sono alternative il rischio salute tra i rifiuti urbani è inesistente o minimo». «Comunque - ha proseguito Greco - siamo qui per attivare una vigilanza speciale ad hoc, grazie alla collaborazione dei medici dei servizi di prevenzione e degli ospedali campani. Scientificamente parlando non ci sono rischi, ma la percezione della gente è diversa. La percezione è un disagio di cui l’autorità pubblica deve rispondere al cittadino. Questo disagio tra l'altro è ben motivato perchè vivere intorno a maleodoranti mucchi di spazzatura non è una cosa bella».