Terzigno, occupato il Municipio "Veleni nella cava"
Terzigno. Cava Sari, la discarica nel Parco Vesuvio che accoglie i rifiuti dei 18 Comuni della zona rossa, continua ad essere al centro delle polemiche. Le rimostranze dei comitati, una parte dei quali ne chiede la chiusura immediata, non sono infatti cessate, anche se non si stanno verificando gli scontri e le violenze dei giorni passati. Il principale dei problemi resta quello della puzza, spesso insopportabile. Forte è il sospetto, da parte degli abitanti del posto, che in discarica finiscano rifiuti che non dovrebbero essere sversati nel sito e che i camion non siano in regola. E così, dopo una notte trascorsa a controllare gli autocompattatori (sono 41 quelli che sono riusciti a scaricare, seppure con estrema lentezza), i cittadini di Terzigno ieri mattina sono passati all'occupazione della sala consiliare del Comune. Non molti, ma agguerriti quelli che hanno deciso di presidiare il municipio: hanno mostrato agli amministratori comunali alcune foto che documentavano la presenza di medicinali tra la spazzatura presente nel cassone di un camion ed hanno chiesto interventi e spiegazioni. L'occupazione è andata avanti fino alla tarda serata: i rappresentanti dei comitati hanno anche presentato un documento, con il quale chiedono al sindaco Domenico Auricchio il ripristino dell'ordinanza che, impedendo il passaggio dei camion a causa dell'inquinamento della falda acquifera, aveva di fatto bloccato l'attività dell'invaso. Ma la procura di Nola aveva contestato l'ordinanza, denunciando il primo cittadino per interruzione di pubblico servizio e procurato allarme. Per questo il sindaco l'ha revocata, dando il via libera ai conferimenti. «Ma una denuncia non è una condanna, il sindaco non era tenuto alla revoca. Se i nostri amministratori non intendono tutelarci allora devono dimettersi», spiega Lina Auricchio, una delle rappresentanti dei comitati. «Stanno scherzando con il fuoco e aumentando l' esasperazione del territorio», aggiunge il segretario regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli. I manifestanti sono stati ricevuti dal vicesindaco Francesco Ranieri, che ha spiegato loro che i controlli ai camion che sversano nella Sari spettano al Corpo Forestale dello Stato. I Forestali, infatti, lo scorso 18 novembre sono stati incaricati dalla procura di Nola di verificare all'interno del sito tutte le operazioni di scarico dei rifiuti solidi urbani e vigilare sulla regolare gestione della discarica relativamente ai conferimenti massimi consentiti, alla provenienza degli autocompattatori, ai lavori inerenti il trattamento dei rifiuti. E ieri, i militari hanno battuto il primo colpo, sequestrando un autocarro carico di immondizia raccolta nel Comune di San Giuseppe Vesuviano, perché hanno riscontrato la fuoriuscita, dal cassone, di un considerevole quantitativo di percolato. L'autocarro è risultato inidoneo al trasporto dei rifiuti in quanto aveva il telone di copertura non impermeabile e la guarnizione di chiusura del portellone posteriore lacerata, con relativa perdita di liquidi durante il trasporto. Il carico di rifiuti corrispondeva a tutti i requisiti previsti per il conferimento in discarica ma il mezzo, violando la normativa relativa al trasporto e smaltimento dei rifiuti, è stato comunque requisito ed affidato in custodia al responsabile della discarica. «I controlli ci sono. L'impegno dei forestali sarà completamente dedicato a tutelare l'interesse pubblico», fa sapere il comandante provinciale Vincenzo Stabile. Ma i cittadini non si fidano: l'occupazione del Comune di Terzigno segue di un giorno quella di Boscoreale e il fronte della protesta potrebbe allargarsi. Anche la parte dei comitati più moderata, che non ha partecipato al presidio, insiste: «Intervenire sulla puzza e sulla sicurezza del sito è indispensabile».