Il guru dei «rifiuti zero»: Somma Vesuviana è un esempio per tutti

Paul Connet in visita in città
"A poca distanza dall'emergenza avete un esempio molto virtuoso"
27 novembre 2010 - Pietro Treccagnoli
Fonte: Il Mattino

Boscoreale. Paul Connett è il guru dei Rifiuti zero, candidato al Nobel. Insegna Chimica all’università di New York. Ha girato mezzo mondo. «53 paesi, dal Sudafrica alla Malesia - dice - dall'Argentina al Pakistan, ma non ho trovato mai una situazione come Napoli». Ieri sera è stato a Boscoreale invitato dalla Rete dei Comitati Vesuviani e poi è andato a Somma Vesuviana, dove il Comune ha aderito al protocollo della strategia Rifiuti Zero e conta in dieci anni di centrare l'obiettivo.
Connett è un signore di stazza imponente e sa arringare come pochi. Un tribuno, ma di fronte ai mucchi di sacchetti di piazza Garibaldi, a Napoli, resta sgomento. Vorrebbe raccogliere lui stesso cartoni e sedie buttati via e ramazzare. «È spaventoso - mormora - State distruggendo la vostra immagine nel mondo».
Lei, professor Connett, è un paladino della lotta agli inceneritori, ma come si fa a uscire da questa emergenza? «Bisogna uscire dalla logica dei gabinetti, dello spostare altrove i rifiuti, quando si può riciclare con percentuali altissime. L'inceneritore è solo un grande business, non è una soluzione: ogni tre tonnellate di ”monnezza” bruciata produce una tonnellata di cenere molto tossica che da qualche parte deve essere messa».
Ma di fronte alle migliaia di cumuli per strada che fare? «In poco tempo si può fare molto. Per esempio, basterebbero due semplici contenitori. Uno per l'umido, il cui materiale andrebbe al compostaggio. Un altro per tutto il resto che andrebbe stoccato e riciclato. Sarebbe un primo approccio alla differenziata. E dovete fare in fretta perché il mondo vi sta giudicando male. In America chi vede queste immagini resta senza parole: state affossando il turismo e tra poco avrete problemi anche con l'esportazione dei prodotti alimentari di qualità. I vostri politici, a iniziare da Berlusconi, devono capire che stanno creando gravi danni economici».
Ha mai illustrato il programma Rifiuti Zero ai politici napoletani? «Sono venuto una decina di volte, ma il massimo che ho ottenuto è stato parlare con un vice-prefetto. Eppure ho esposto il mio programma con successo all’Onu, alla Camera dei Comuni inglese e al Parlamento europeo».
Che cosa direbbe a politici? «A parte l'illustrazione dei benefici delle mie teorie che puntano sul recupero di oltre i due terzi dei rifiuti, come fanno in tanti Paesi e anche in molte cittá italiane, lancerei un messaggio: ”Salviamo Napoli perché imbarazza tutta l'Italia”. Bisogna dire basta alla politica dell'uso della forza contro le popolazioni che si difendono. Occorre responsabilizzare i cittadini e spingerli verso la raccolta differenziata. Poi è necessario responsabilizzare le industrie a ridurre la produzione di materiali non riciclabili. Ma qui avete bisogno soprattutto di una leadership politica lungimirante che pensa al benessere dell'ambiente da consegnare a figli e nipoti».
Peró, con la spazzatura che lei ha visto, tutto questa sembra un'utopia? «Lo sará se non cominciate subito. Senza separazione non c'è soluzione. Da quello che ho visto per terra, si tratta in gran parte di umido e di cartoni. Tolto questo è poca roba. Sarebbe già un primo passo. Che aspettate a cominciare?».

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