"Rifiuti, la solidarietà campana prima di tutto"
«Per uscire dalla crisi dei rifiuti a Napoli ed in Campania è necessario attuare interventi strutturali con la costruzione dei termovalorizzatori. Occorre però la temporanea disponibilità delle altre province della regione, Irpinia e Sannio, che per le loro caratteristiche territoriali, potrebbero ospitare siti di sversamento. Non si può chiedere solidarietà al Nord, se non giunge nemmeno dalle nostre comunità». Il Procuratore della Repubblica di Napoli, Domenico Lepore, ribadisce l’esigenza di discariche in provincia di Avellino o Benevento: e lo fa al convegno sul tema «Rifiuti: norme e riforme per contrastare illeciti e mafie», organizzato dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti, presso il Tribunale di Avellino, con un parterre d'eccezione che ha visto la presenza, tra gli altri, dell'ex vice-presidente del Csm Nicola Mancino, del Procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso e del vertice della Commissione nazionale, Gaetano Pecorella ed Enzo De Luca. Le parole del magistrato partenopeo, che negli anni passati ha rivestito anche l'incarico di Procuratore regionale sui rifiuti, pongono nuovamente interrogativi problematici sulle possibili vie d'uscita dall'infinita emergenza. Ma su questo punto il vice-presidente della Commissione bicamerale, il senatore De Luca, è molto chiaro. «Il disegno di legge che ho presentato - afferma - supera scenari di questo genere. Bisogna uscire dalla logica commissariale. Non lo si può certo fare con i provvedimenti messi in campo dal governo. Un'alternativa esiste, è l'utilizzo delle cave dismesse. È una soluzione che ci farebbe uscire presto dall’emergenza». Il parlamentare irpino, che in queste settimane è impegnato con la Commissione in un tour di monitoraggio del territorio, confida nella possibilità di aprire a Montecitorio e a Palazzo Madama un'ampia discussione sul testo della prima proposta di legge quadro sulla materia. «Colmeremmo un vuoto che esiste, cercando di dare risposte concrete ad un problema di vaste proporzioni, sul quale pesano mille contraddizioni e una gestione fallimentare della crisi. A tutti i livelli istituzionali ho incontrato interesse e favore sulle proposte avanzate, anche tra la destra e nella Lega». Tre, in sintesi le direttrici d'intervento individuate dal disegno di legge: l'ampliamento del sistema di raccolta differenziata, una risposta alla illegalità diffusa, una politica di tutela ambientale. L'obiettivo è trasformare il ciclo dei rifiuti in risorsa economica ed occupazionale. Sul nesso tra inefficienza organizzativa e sviluppo della criminalità organizzata è intervenuto anche il deputato del «Carroccio», Giovanni Fava. «Vi sono grandi responsabilità della politica nell'inefficienza avuta nella gestione dei rifiuti. In questo modo si è alimentato il sistema degli interessi illeciti, che si annidano anche dietro le proteste dei cittadini per l'apertura delle discariche. Quello dei rifiuti è un problema difficile da gestire ovunque, ma in Campania si è dimostrata una dolosa incapacità. Situazione inaccettabile che fa venir meno la solidarietà di una parte del Paese». Il Procuratore Lepore però, non è d'accordo sull'ipotesi che la camorra abbia organizzato le proteste nel Napoletano e che addirittura sia l'artefice vero dell'emergenza. «Non abbiamo trovato - ha precisato - alcun riscontro rispetto a questa possibilità. In realtà la criminalità organizzata approfitta di ogni debolezza del sistema democratico ed è attratta dalla eventualità di procurarsi vantaggi economici. La crisi dei rifiuti è diventata un profitto per la camorra che ha organizzato un propria rete gestionale, ma le responsabilità delle inefficienze sono di Stato, enti locali e cittadinanza». Il senatore Mancino, invece, ritiene che la gravità della situazione attuale è stata determinata da una mancanza di lucidità e lungimiranza. «Fino a quando ho rivestito un ruolo politico attivo - ha affermato - ho sempre sollecitato gli amministratori locali a informare le comunità sui processi di gestione del ciclo dei rifiuti. Vi è un grande deficit culturale-amministrativo. Anche per questo si diffondono le proteste. La discarica è un intervento provvisorio e precario, non è la soluzione». Per Mancino andrebbero evitati gli scontri sulle competenze tra i diversi livelli istituzionali, ma piuttosto bisognerebbe discutere sulle possibili soluzioni dell’emergenza. «Ma, ormai, - ha sottolineato - anche il Parlamento è disabituato al dibattito e al protagonismo nelle decisioni. Ha una sovranità ridotta, troppi i decreti legge». Il convegno sui rifiuti era stato aperto dalla relazione introduttiva di Pecorella, che ha illustrato l'attività della Commissione bicamerale e la situazione della crisi campana. Il presidente dell'organismo parlamentare ha sottolineato le difficoltà di contesto nelle quali è nata l'emergenza: dal vuoto normativo, agli ostacoli burocratici, alle inefficienze amministrative e gestionali. Sullo sfondo la criminalità organizzata che ha costruito grandi ricchezze infiltrandosi, condizionando e sostituendosi ad istituzioni, imprese sane e società civile. «C'è il rischio - ha affermato Pecorella - che l'unica struttura che in questo Paese funzioni è la criminalità organizzata». Il deputato del Pdl ha sostenuto che siamo di fronte ad un «disastro ambientale», che rischia di restare impunito anche perché non vi sono leggi e strumenti repressivi adeguati.