Sessa Aurunca

L'Arpac torna a indagare sulla centrale nucelare

Confermati i dati della Sogin che negano danni all'ambiente
ma ora si studiano anche i venti
26 novembre 2010 - Claudio Coluzzi
Fonte: Il Mattino Caserta

Centrale nucleare di Sessa Aurunca Analizzare gli effetti delle immissioni della centrale nucleare del Garigliano sulle popolazioni della zona nel periodo che va dal 1964 all’agosto 1978, ossia durante l’esercizio dell’impianto di Sessa Aurunca. L’iniziativa è dell’Arpac, con la sede provinciale e quella regionale in prima linea, ed è affidata al Crr (il centro di ricerche radionucleari) di cui è direttore Lucio Bellino. «Abbiamo valutato - dice Bellino - i dati forniti dalla Sogin che gestisce l’impianto e non abbiamo alcun dubbio sul fatto che siano esatti. In base a questi elementi non sono stati riscontrati danni alle persone e all’ambiente. Ma i rilievi risalgono a tempo addietro, inoltre non è stato possibile acquisire dati sui rilevamenti metereologici nella zona durante il periodo di esercizio della centrale. Questo ci spinge ad un ulteriore approfondimento, con le tecniche e le attrezzature di oggi e valutando soprattutto l’andamento dei venti durante il periodo di immissioni nell’aria». Il discorso è che una centrale, come qualsiasi impianto, disperde attraverso il proprio camino delle sostanze nell’aria derivanti dalla combustione. Le indagini finora sarebbero state fatte a campione nelle zone circostanti la centrale. Ma con «un’indagine ecologica retrospettiva sugli scarichi liquidi e aeriformi» si potrà comprendere, ad esempio tenendo presente i venti della zona, dove sono ricadute le sostanze residuali della combustione e se in quel punto la concentrazione nell’aria può essere risultata dannosa per la popolazione. «Il fatto è che - ha sottolineato Giuseppe Pietrantonio - presidente del Comitato San Castrese contro la centrale, nella nostra zona la gente continua ad ammalarsi e morire di tumore. Con un’incidenza nettamente superiore alla media regionale e nazionale. Noi non diciamo che per forza questo dipende dalla centrale. Ma qualcun ci vuol dire da cosa dipende? Sarebbe ora di effettuare un’indagine epidemiologica?». In realtà l’Arpac non è competente in materia di rilevazioni all’interno della Centrale ma il direttore Lucio Bellino ha precisato che «l’indagine retrospettiva può costituire il fondamento per una successiva verifica epidemiologica», ossia indicare le aree a maggiore concentrazione di immissioni derivanti dalla loro combustione. A parte il vice sindaco di Sessa e un rappresentante dell’assessorato provinciale all’ambiente non hanno partecipato all’incontro illustrativo di ieri presso l’Arpac i sindaci invitati. Eppure il loro ruolo sarebbe stato fondamentale, per prendere coscienza nella necessità dell’indagine e spingere affinchè il progetto venga dotato dei necessari finanziamenti. «Non abbiamo infatti al momento - ha ammesso il direttore del Crr Lucio Bellino - le risorse necessarie al progetto sebbene disponiano delle apparecchiature e del personale da impiegare nell’indagine. Inoltre agli amministratori locali rivolgo un suggerimento. Perchè non si dotano di apparecchiature di analisi e controllo dell’aria nelle località che ritengono più a rischio di inquinamento? Ormai i costi non sono elevati e tali impianti potrebbero costituire un primo campanello d’allarme».

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