La strategia Dopo la variante urbanistica sui suoli di Cupa Siglia nuovo stop per Palazzo Sant’Agostino

L’attacco di De Luca: impugnerà al Tar il bando della Provincia

Se il consiglio comunale approva la nuova destinazione di Cupa Sigilia scattano le norme di salvaguardia
26 novembre 2010 - Fulvio Scarlata
Fonte: Il Mattino Salerno

La via amministrativa e quella giudiziaria: mentre si formalizza il decreto del Governo che assegna i poteri a Stefano Caldoro, a Palazzo di Città è già stata individuata la strategia per boicottare qualsiasi tentativo di costruire il termovalorizzatore senza il coinvolgimento del Comune. Vincenzo De Luca lo ha detto e ripetuto: senza il Comune il termovalorizzatore a Salerno non si fa, perché solo il governo locale può garantire la qualità tecnologica dell’impianto, il controllo su quello che verrà bruciato, il valore anche estetico dell’inceneritore. E perché strategicamente la città che ospita il termodistruttore vuole avere una quota nella società di gestione dell’impianto per garantirsi in futuro introiti extra, sul modello di Brescia e Milano con la società A2A. Quelle del sindaco non sono minacce al vento. Una bellicosa macchina amministrativa è già pronta a muoversi. Si aspetta prima di leggere cosa realmente è scritto sul decreto legge che assegna tutti i poteri sugli impianti per i rifiuti al Governatore della Campania. E poi si attendono le prime mosse di Caldoro. Se il presidente della Regione vorrà lo scontro, come lo ha cercato il presidente della Provincia Edmondo Cirielli, sarà guerra aperta. La prima strada è quella urbanistica. La Giunta ha già indicato Cupa Siglia come area artigianale. La variante ora deve attendere i pareri propedeutici di autorità di bacino, Asl e genio civile. Quindi viene portata all’approvazione in consiglio comunale. L’iter burocratico per le varianti urbanistiche a questo punto continua con la pubblicazione della variante, il recepimento delle osservazioni, una nuova adozione in Giunta e infine il passaggio alla Provincia che deve approvare il provvedimento. Naturalmente l’amministrazione Cirielli non farà mai passare la variante, ma la cosa interessa poco al sindaco. Infatti una volta che il consiglio comunale approva la variante urbanistica scattano le norme di salvaguardia: su Cupa Siglia si impongono le norme previste dalla nuova variante e decadono le norme precedenti. In pratica la gara d’appalto per il termovalorizzatore pubblicata da Cirielli sarebbe bloccata sul nascere. Naturalmente è possibile che scatti la controffensiva della Provincia con ricorsi al Tar e interventi sugli enti intermedi per evitare che la variante venga adottata dal consiglio comunale, ma è evidente che in questo modo si dà vita ad una controversia giudiziaria destinata a non concludersi mai. Gli investitori, che devono sborsare 218 milioni saranno disincentivati a intervenire. L’altra strada che il Comune vuole intraprendere è quella del ricorso amministrativo contro la stessa gara d’appalto. Ogni aspetto sta venendo studiato minuziosamente per trovare appigli per un ricorso. Per esempio è già evidente quello che viene considerato un errore: cioè che il direttore dei lavori verrà nominato dalla società che vincerà l’appalto e non dall’ente appaltante. C’è anche la contraddizione tra una gara d’appalto pubblica a cui però si partecipa per invito. Cavilli, certo, che però servono a ribadire una posizione: senza il coinvolgimento della città che ospita il termovalorizzatore non si potrà fare l’impianto con un’azione di forza. Tanto più che l’emergenza, secondo le indicazioni del Governo Berlusconi, è finita e dunque si agisce in via ordinaria.

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