Rifiuti di Napoli, la nuova attesa delle Province
Emergenza rifiuti, il problema Napoli coinvolge l’intera Campania. E non solo. È stata chiesta solidarietà alle altre Regioni per cercare di uscire dalla grave situazione che si registra ormai da settimane. Alle stesse Province della Campania, però, è stato sollecitato un ulteriore atto di responsabilità e di disponibilità per un periodo limitato, oltre quello finora fornito. Se da una parte le Regioni, tranne alcuni dinieghi dal Nord, hanno già detto sì, dalle amministrazioni provinciali, a cominciare da quella di Avellino, si prende tempo e si valuta nel dettaglio ogni aspetto prima di assumere una posizione ufficiale. Ognuno, per la propria parte, attende di fare le giuste valutazioni. Ma è difficile immaginare, a fronte di una crisi ormai gigantesca, una chiusura netta alla richiesta d’aiuto. Il presidente di Palazzo Caracciolo, Cosimo Sibilia, non ha ancora definito la questione. Potrebbe decidere di mantenere l’atteggiamento di responsabilità mostrato finora, tutelando l’Irpinia da assalti e favorendo l’ingresso presso la discarica di Savignano di un numero limitato di camion provenienti dagli Stir del napoletano. Ma ciò, se dovesse verificarsi, avverrebbe sempre in una logica di compensazione. In pratica come è avvenuto già per cinque giorni la scorsa settimana: l’Irpinia, in quella occasione, ha accolto 1500 tonnellate di Fos (frazione trattata dell’immondizia) dal Napoletano, ma ha inviato 1500 tonnellate di Cdr al termovalorizzatore di Acerra per la bruciatura. Insomma, si potrebbe replicare per un brevissimo lasso di tempo. Nello sversatoio irpino non arriverebbe, dunque, rifiuto «tal quale», cioè raccolto per strada e trasportato in discarica, ma frazione stabilizzata e trattata negli impianti Stir di Tufino e Caivano. Le quote giunte da fuori provincia nei giorni scorsi, tra l’altro, non hanno intaccato in alcun modo il ciclo dei rifiuti irpino e sono state scrupolosamente controllate dai tecnici dell’Ibi - società che gestisce l’impianto - e del Comune di Savignano. Da segnalare, inoltre, che nello sversatoio di Pustarza, già da circa tre settimane, non sta più arrivando immondizia della provincia di Salerno, a cui era stata concessa solidarietà in considerazione dell’assenza di una discarica funzionante su quel territorio. L’obiettivo dei rappresentati istituzionali campani è di evitare che si dichiari un nuovo stato d’emergenza. Tale ipotesi porterebbe a scenari preoccupanti per l’Irpinia. La provincializzazione del ciclo dei rifiuti, infatti, verrebbe superata dalle logiche commissariali. Anche di questo s’è discusso ieri nel corso del vertice a Roma con il Governatore Caldoro, lo stesso Sibilia, il collega partenopeo Luigi Cesaro, i coordinatori regionali Pdl Cosentino e Landolfi, l’assessore all'Ambiente di Palazzo Santa Lucia, Giovanni Romano, i capigruppo in Consiglio regionale Martusciello e Nugnes. Nell’ambito dell’incontro nella Capitale è stato espresso «pieno apprezzamento e condivisione per il contenuto del decreto legge licenziato dal Governo, volto a contenere misure adeguate a fronteggiare la situazione di crisi». Il decreto legge varato dal Consiglio dei Ministri contiene anche la cancellazione del Formicoso tra i siti individuati per la realizzazione di nuove discariche. Una richiesta fortemente voluta dal presidente Sibilia per scongiurare la realizzazione di una terza discarica sul territorio irpino. «Il decreto - dicono i protagonisti del vertice di ieri a Roma - è in linea con il programma avviato da Silvio Berlusconi e da Guido Bertolaso». I vertici istituzionali campani hanno assicurato l’immediata apertura della discarica di Macchia Soprana nel salernitano (rispetto alla quale però c’è protesta) e la piena collaborazione tra le province, nonchè «l’immediata chiusura degli accordi commerciali in corso per l’invio delle frazioni destinate a recupero fuori il territorio della Campania». A Napoli e alla sua provincia sono stati imposti sei mesi per individuare soluzioni finali al problema, definendo i siti presso i quali sversare l’immondizia.