«Salerno non diventi come Napoli E Romano mantenga i patti»

Lavoratori dei Consorzi e sindacati chiedono certezze su posti e stipendi
Domani la catena umana di protesta
24 novembre 2010 - Simona Paolillo
Fonte: Il Mattino

È di un anno fa l'accordo disatteso ed è di oggi il richiamo dei sindacati confederali sull'emergenza rifiuti a livello provinciale, affinché Salerno non diventi come Napoli. La vertenza rifiuti tra Provincia e sindacati si concludeva a gennaio scorso con precisi impegni da parte dell'allora assessore provinciale Giovanni Romano. Cgil, Cisl e Uil, unite, chiedono allo stesso Romano, oggi assessore regionale all'ambiente, il rispetto dell'accordo che prevedeva il mantenimento dei livelli occupazionali e la regolare erogazione degli stipendi resa possibile a seguito delle anticipazioni di cassa per i Consorzi di Bacino 1, 2 e 4. Di quell'accordo non è stato mantenuto alcun impegno, ribadiscono i sindacati che promuovono per giovedì prossimo una manifestazione di protesta che si concluderà con una catena umana intorno a Palazzo Sant'Agostino. I sindacati attendono per la manifestazione del 25 novembre circa 1000 lavoratori che circonderanno il palazzo della Provincia per «mettere in ostaggio i rappresentanti istituzionali e richiamarli al senso di responsabilità» nei confronti dei numerosi dipendenti dei consorzi. L'allarme scaturisce anche dalla recente emanazione del decreto legge 18.11.2010 che per i lavoratori dei consorzi in esubero, prevede l'accesso alle procedure di mobilità presso gli impianti provinciali e lo stanziamento di fondi a valere sul Fas per la copertura degli oneri per l'impiantistica e le misure di compensazione ambientale. Arturo Sessa della Cgil ribadisce che il testo del decreto sottolinea l'interesse per gli impianti e non per la gestione delle attività. Al fine di garantire un'adeguata gestione dell'intero ciclo dei rifiuti, secondo i calcoli dei sindacalisti, si stimano solo per i 1150 dipendenti che si contano nei consorzi di bacino e nelle società partecipate del settore, importi finanziari di circa 40 milioni di euro. Tali importi al momento non esistono, pertanto i rappresentanti dei sindacati di categoria confederali richiamano al rispetto degli impegni presi sia la Provincia che i tanti sindaci che nonostante la riscossione della tarsu non pagano la quota ai consorzi di bacino. Le preoccupazioni per i lavoratori del settore si estendono su tutto il territorio, da Polla a Casalvelino-Vallo Scalo dove l'impianto di preselezione dei rifiuti è inattivo a causa della mancanza di autorizzazioni. Qui, secondo Scarano della Uil, 40 dipendenti sono stati bloccati nelle loro attività a favore di società private. I sindacalisti si soffermano poi sulla drammatica situazione dei lavoratori dell'Aser ormai a casa da 8 giorni, senza stipendio da tre mesi e senza alcuna motivata comunicazione.

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