Termovalorizzatore, prove di armistizio sul decreto
«Chapeau». Tanto di cappello per la collega Carfagna. Il ministro Galan a Salerno ripercorre la vicenda del decreto su rifiuti e termovalorizzatore e non nasconde tutta la sua ammirazione per l’iniziativa politica dirompente della sua collega. Arriva anche il decreto sul termovalorizzatore e si comincia a discutere. Lo schema che si prospetta pare piaccia anche alla Carfagna che si dice «soddisfatta». È Cirielli, trionfante per aver letto nel decreto il riconoscimento di un ruolo preciso e non secondario alle province, a commentare: «Se la Carfagna trova che in questo decreto ci sia il giusto e legittimo spazio anche per la mia amministrazione, lo leggo come un gesto distensivo». In sostanza, ci sarebbe la possibilità per il governo regionale di affidare in affiancamento con un commissario la gestione dell’impianto; mentre sarebbe lasciata nelle mani dell’ente provincia la gara.
Il ministro fa discutere nella sua città, oltre che sul piano nazionale. Ricevendo sollecitazioni di segno opposto. Malevole localmente e ammirate dalla politica nazionale. Con uno spiraglio al dialogo che offre Cirielli. Galan racconta anche i retroscena del consiglio che ha varato il decreto su rifiuti e termovalorizzatore. «Ovvio che ero al consiglio: «E le delucidazioni le darei volentieri, ma confesso che non ho compreso essendo in tutt'altra situazione e in tutt'altra zona. In Veneto ricicliamo anche i detriti dell'alluvione e faccio fatica a capire certe situazioni», racconta. «Premetto: io sono per l'abolizione delle province tanto per togliere ogni dubbio sulla cosa». E aggiunge: «Ho assistito ad un contrasto di cui non ho capito bene i termini. Diciamo che ho capito meglio nelle successive giornate e faccio fatica a intervenire non conoscendo le persone e le la situazione». Ma poi spiega che «l’idea che mi sono fatto è brutta, non bella. Brutta per la Campania innanzitutto e mi dispiace dirlo: sembra che sia un problema insolubile quello dei rifiuti. Ma in tante altre parti d'Italia si è risolto e si è risolto benissimo. Brutto perchè arrivare a queste conseguenze non è bello. Io francamente non conosco Cosentino e sono convinto che sia una persona assolutamente per bene e fino a prova contraria. Conosco Mara Carfagna e la apprezzo molto. Non so cosa ci sia sotto la sua polemica. Certo qualcosa di non bello devo dire, ma Mara Carfagna ha posto un problema che esiste e se fa quello che ha promesso di fare, beh, chapeau. Come si dice Oltralpe». Il ministro dice di non conoscere il contenuto del decreto: «Non l’aveva visto fino a poco fa nemmeno Napolitano» e dunque non è in grado di dare un giudizio nel merito.
Oggi il mistero però si diraderà. E poi il fronte salernitano. «Perché Mara Carfagna non si candida a sindaco di Salerno piuttosto che pontificare sulla legalità e sul rispetto delle regole? Forse ha timore di avere uno scarso appeal elettorale o è semplicemente alla ricerca di visibilità?», si chiede Franco Cardiello, contagiato dalla vis polemica del centrodestra locale contro il ministro. Poi il richiamo alla polemica con il riferimento politico di Cardiello: «Nel frattempo consiglio a Mara di porgere le sue scuse all'onorevole Mussolini, la quale in tutta questa vicenda ha posto una questione politica e sulla quale è necessario fare chiarezza. Non certo rispondere con contumelie ed offese». E il tema termovalorizzatore è ripreso anche da Fabrizio Cicchitto che ieri ha ricordato la presenza di Bersani al consiglio dei ministri: «Quanto al suo piccolo attacco al palazzo d'inverno con il singolare intervento al Cdm per sponsorizzare il ruolo del sindaco di Salerno, sul termovalorizzatore, in nome della trasparenza, non si capisce perché essa non valga anche nei confronti del Presidente della Provincia, Cirielli che è notoriamente una persona perbene», dice rivolgendosi al segretario Pd. Che risponde: «Cicchitto, che vuol sapere perché ero a Palazzo Chigi mentre il consiglio dei ministri approvava il decreto rifiuti, lo chieda a Carfagna e forse anche a Maroni. Così si può togliere la curiosità».