Gli speleologi: pronti a lavorare gratis, ma salvate le cavità
Il popolo del sottosuolo è in fibrillazione: il sindaco Iervolino ha rilanciato la proposta di nascondere l’immondizia nelle cavità sotterranee della città e la notizia ha fatto il giro del mondo in un lampo suscitando polemiche, proteste, e anche proposte da Francia, Brasile, Spagna, Germania, Serbia. La comunità internazionale degli speleologi ha risposto agli appelli lanciati online con una offerta che non vuole essere provocatoria, anche se lo sembra: «Per salvare le cavità di Napoli mettiamo noi stessi a disposizione della comunità partenopea. Siamo disposti a lavorare gratuitamente e a fare qualunque cosa, possiamo raccogliere sacchetti, portarli sui camion, spalare i cumuli di immondizia se solo questo servirà ad evitare lo scempio delle cavità di Napoli». L’allarme è scattato lunedì sera quando la notizia delle dichiarazioni del sindaco è stata rilanciata dall’agenzia Ansa. Il presidente dell’associazione speleologica «La Macchina del Tempo», il quarantenne napoletano Luca Cuttitta, ha scritto una mail circolare alle migliaia di speleologi sparsi per il mondo. Voleva semplicemente sfogarsi e condividere la preoccupazione con gli amici, si è trovato a gestire un fiume in piena di risposte e di proposte per salvare il sottosuolo di Napoli. «È emozionante scoprire in una notte che da tutto il mondo arrivano solidarietà e proposte - ha detto Cuttitta - credo, addirittura, che la vicenda stia andando oltre la semplice sollevazione del popolo degli speleologi e che produrrà interventi formali da parte delle più importanti istituzioni speleologiche nazionali e internazionali». Dopo la reazione spontanea, immediata e «di cuore», adesso il popolo degli speleologi sta cercando di darsi una organizzazione. Sono allo studio progetti di raduni in città, di manifestazioni che potrebbero essere svolte a metà fra sottosuolo e soprassuolo, per coinvolgere i cittadini e mostrargli quanto sarebbe disastroso colmare le cavità della città con l’immondizia. A Napoli è arrivato anche un messaggio di solidarietà da parte dell’International Team Photo 3D La Salle. Si tratta del più importante raggruppamento internazionale di fotografi del sottosuolo: una rappresentanza del gruppo è stata a Napoli nel mese di maggio proprio per realizzare una serie di scatti nelle cavità della città. Attualmente il gruppo «La Salle» si trova a Zurigo per l’inaugurazione dell’esposizione che è stata ospitata in primavera a Napoli. Dalla Svizzera hanno scritto una lettera per protestare contro la proposta del sindaco Iervolino e hanno messo a disposizione della città tutte le fotografie scattate in primavera per mostrare ai cittadini quali sono le bellezze che si trovano sotto i loro piedi e quanto sarebbe grave seppellirle con l’immondizia. Scandalizzato Enzo Albertini, il patron di «Napoli Sotterranea» che ha già espresso più volte il suo dissenso: «Il sottosuolo deve essere considerato un valore, non una pattumiera. Il sindaco ripensi alla decisione». Fuori del coro il geologo Gianluca Minin, che gestisce il tunnel borbonico: «Esistono gigantesche cavità nelle aree periferiche che non hanno nessun valore storico. Con cautela potrebbero essere utilizzate anche per sversare pattume».