Differenziata, 6 mesi per cambiare L'ultimatum del govreno a Napoli

Ecco il decreto: Caldoro nominerà i commissari. Pressing sulle regioni
24 novembre 2010 - Adolfo Pappalardo
Fonte: Il Mattino

Così il decreto Il testo arriva nel pomeriggio e dopo le 18 è sulla scrivania di Giorgio Napolitano che ventiquattr’ore prima l’aveva sollecitato. Quattro pagine appena di decreto girate agli uffici legislativi e giuridici per le valutazioni prima della firma.
Ma dentro non c’è traccia di soluzioni a breve termine per far uscire Napoli dall’emergenza se non il trasporto di rifiuti in altre regioni (previo accordo in Conferenza Stato-Regioni che, tra l’altro, si riunisce già stamani alle 10 con questo ordine del giorno) e la possibilità di aprire siti di stoccaggio temporaneo. I termovalorizzatori.
Tutta l’attenzione, è chiaro, è sul comma 3 dell’articolo 1. Quello, per intenderci, che stabilisce i poteri per la costruzione degli impianti di Napoli e Salerno e che ha innescato il braccio di ferro del ministro delle Pari opportunità. In capo il presidente della Regione che «può nominare dei commissari straordinari» per la realizzazione dei termovalorizzatori, «in raccordo con le Province e sentiti gli enti locali interessati». A loro (e non ai presidenti di Provincia come previsto in un primo momento) superpoteri perché «svolgono le funzioni del Sottosegretario di Stato» e «i termini per le autorizzazioni e nulla osta sono ridotti della metà». Passa quindi la linea Carfagna-Caldoro.
Un decreto che risponde alla «visione strategica» del governatore dela Campania, ma non del Pd che protesta davanti Palazzo Chigi. E Stefano Caldoro affida ai suoi esperti l’analisi del testo ma a caldo, parlando con i suoi collaboratori, legge il provvedimento come in sintonia con quanto sostenuto da lui in questi mesi: «La Regione è un ente di programmazione e non di gestione». In particolare la facoltà di nominare commissari straordinari per gli impianti, osserva, va proprio in questa direzione: non sarà lui, dunque, il commissario, ma potrà scegliere a chi consegnare la difficile sfida. Durissimo, invece, il giudizio del segretario regionale del Pd Enzo Amendola: «Un decreto elettorale. Per togliere l’immondizia da terra non c’è una sola misura. È completamente inutile per uscire da questa emergenza».
I fondi. Mentre vengono cancellate dal vecchio piano le discariche di Terzigno, Serre e Andretta, sono in arrivo 150 milioni di Fas e i 141 milioni di euro per le bonifiche (altri 141 invece, dovrà garantirli la Regione). Sorpresa su quest’ultimo punto perché per mesi il ministro Prestigiacomo li ha invano chiesti al collega Tremonti.
Differenziata. A non cantare vittoria, invece, sono i comuni indietro con la differenziata. Perché il decreto legge prevede anche la mano pesante per i comuni, a cominciare da Napoli, che non fanno la differenziata: il prefetto darà un ultimatum di 6 mesi, passati i quali ha la facoltà di nominare un commissario ad acta.
I poteri. Il testo, snello (appena 4 articoli), stabilisce anche come il compost «fuori specifica» potrà essere usato per coprire e risagomare cave dismesse o abbandonate. Ma viene dato un colpo di freno anche su un altro punto della legge Bertolaso per uscire dall’emergenza (dicembre 2009): raccolta e smaltimento rimarranno in campo ai comuni sino al 31 dicembre del 2011 come avevano chiesto, sinora invano, le Province.
Il personale. Infine un altro punto controverso, quello relativo al personale in esubero dei consorzi su cui il Viminale aveva lanciato l’allerta perché molte di queste maestranze hanno pendenze giudiziarie. Per loro sono garantiti gli ammortizzatori sociali sino al 31 dicembre 2011 (ma nel testo un refuso parla del 2001).

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