L'ispettore Ue: subito un piano oppure niente finanziamenti

Bucella: peccato vedere la città così, i cittadini si muovano
24 novembre 2010 - Daniela De Crescenzo
Fonte: Il Mattino

Differenziata a confronto «È un peccato arrivare a Napoli e trovarla in questa situazione»: Maria Pia Bucella, direttrice della direzione ambiente europea, capo della delegazione degli ispettori Ue, è tornata per la terza volta in Campania. Una donna rigorosa, che, dopo essersi laureata nel ’79 alla Cattolica di Milano, ha ricoperto diversi ruoli presso l’Ue. Ma il suo rigore, lo sottolinea, non le ha mai impedito di amare la nostra città.
Cosa l’ha colpita di più? «Napoli è una città bellissima ed è sempre bellissimo poterci tornare, ma è un peccato arrivare e trovarla in questa situazione. Preferirei poterla visitare senza dover affrontare il problema dei rifiuti. Mi piacerebbe tornarci per una vacanza».
Verrà ancora da commissario? «È l’ultima volta che ci vengo in questa veste perché se non si dovesse lavorare per risolvere il problema dei rifiuti dovremo inviare nuovamente l’Italia alla Corte di giustizia».
Quali sono le conclusioni che ha tratto dopo la sua terza missione? «Penso che l’Italia sia consapevole di dover uscire dall’infrazione in tempi brevi. Io spero che questi due giorni siano serviti a chiarire cosa deve esser fatto. Adesso noi aspettiamo che si impegnino essenzialmente Regione, Province, Comuni visto che la gestione dei rifiuti viene decisa a livello regionale, ma poi viene attuata attraverso le Province e a livello comunale. Napoli deve darsi da fare. La città deve raggiungere almeno il 50, 60 per cento di raccolta differenziata».
Il problema può essere risolto? «Se c’è la volontà, se c’è la partecipazione dei cittadini, senz’altro le cose possono cambiare. Ieri abbiamo visto il termovalorizzatore di Acerra: la direzione è impegnata a fare un lavoro corretto, a garantire il controllo delle emissioni. Tre anni fa, invece, avevo visitato quello che allora era il sito di Acerra con lavori sospesi. Quindi sì, abbiamo visto che volendo le cose si possono fare».
Perché questo disastro? «Perché per tanti anni si sono rinviate le decisioni strutturali. Occorre partire dalla base: avere un piano di gestione dei rifiuti e cominciare a metterlo in pratica. Bisogna avviare un ciclo di differenziata a Napoli e in tutti i Comuni della Campania, occorre realizzare gli impianti di trattamento dei rifiuti residui che non sono differenziati, occorre organizzare un sistema di smaltimento dei residui una volta trattati».
Ci sono delle responsabilità nello sfascio attuale? «Forse il problema è nel non avere chiarito fin da principio come vanno prese le decisioni in un Paese democratico come l’Italia. Le scelte vanno adottare e poi realizzate, ma prima vanno discusse con tutti»
Che cosa può fare l’Europa? «Noi come commissione dobbiamo garantire il rispetto della normativa ambiente. Non abbiamo il compito di stabilire di chi siano le colpe. Noi abbiamo constatato che la situazione non era corretta e infatti queste crisi si ripetono da sedici anni con regolarità. Adesso speriamo che ci sia veramente il desiderio e l’impegno ad attuare le norme necessarie per mettere finalmente in funzione un ciclo virtuoso».
Arriveranno i soldi? «I fondi non sono revocati, ma sospesi. Potranno essere sbloccati quando ci sarà un piano che comprenda la creazione delle strutture necessarie. Non solo: bisognerà anche che i lavori comincino a essere attuati».
Le scadenze? «Quelle se le devono dare innanzitutto le autorità competenti. I tempi, però, sono molto stretti perché le sentenze della Corte europea di giustizia devono essere eseguite normalmente in dodici - ventiquattro mesi. In casi complessi, e qui siamo senz’altro di fonte a un caso complesso, si può avere anche qualche mese in più. La prima scadenza è quella del piano regionale per la gestione dei rifiuti: ci è stato detto che riceveremo la bozza entro la fine dell’anno e la Regione si è impegnata poi ad adottare il piano a livello regionale, quindi come legge, entro il primo trimestre del 2011».

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