De Luca: non voglio la camorra nella mia città e torna all’attacco sul doppio incarico di Romano

Termovalorizzatore, in tv il tormentone delle polemiche tra il sindaco e Cirielli
23 novembre 2010 - g.c.
Fonte: Il Mattino

De Luca: «Non voglio la camorra nella mia provincia». Cirielli: «Cosentino è un mio amico, una persona per bene». Il primo difende il ministro e i suoi richiami alla dignità, il secondo preferisce sanguinosi attacchi. Scontro in diretta nazionale. Da Sky, al canale web Tv di Repubblica, a Radio 24: si rincorrono le vicende relative al termovalorizzatore salernitano e alla ministra dimissionaria. C’è Cirielli a sparare a zero contro Mara Carfagna ma anche il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca a difendere la legittimità della sua aspirazione a voler gestire il progetto e la gara. Sullo sfondo il mistero sul decreto del governo sul tema. Cirielli si difende: «Io un uomo di Nicola Cosentino? Sono un uomo delle istituzioni. In questi anni si è sempre dimostrato una persona moderata, non mi ha mai chiesto nulla e non ha mai mostrato l'arroganza e la prepotenza tipica dei camorristi. Io non ho letto le carte che riguardano Cosentino, se un domani venissi a sapere che è davvero legato alla camorra neanche lo saluterei più». Mentre sulla Carfagna, dice: «mi chiese di piazzare dei suoi uomini che però non ritenevo adeguati al ruolo che dovevano ricoprire» all'interno della Provincia. E conclude elegantemente: «Il presidente del Consiglio è stato davvero generoso a chiamare "signora" Mara Carfagna». «Sono basito dal suo comportamento scorretto nei confronti del premier che le ha dato tutto in politica», aveva detto in mattinata a Radio 24. In campo anche il capogruppo alla Camera di Futuro e Libertà Italo Bocchino che spiega che a Salerno c’è uno scontro istituzionale tra sindaco e presidente della provincia e che quindi l’orientamento era di elevare il livello della responsabilità istituzionale, affidando a Caldoro l’opera. Bocchino dice che alcuni deputati avrebbero convinto poi Berlusconi a modificare la decisione del consiglio dei ministri e di affidare il commissariamento a Caldoro. «Una marcia indietro inaccettabile. Ma in parlamento non faremo sconti su questo tema. Non consentiremo che una funzione come questa finisca nelle mani di camorristi e affaristi». De Luca interviene: «Siamo un modello, siamo città europea e civile. Lasciateci in pace: è il nostro primo obbiettivo. Non c’è bega tra me e altri. Vorrei rispetto per il mio comune che si è assunto la responsabilità di fare il termovalorizzatore. Che c’entrano commissari e regioni? In Italia la pulizia urbana è materia di comuni singoli e associati». E poi concede: «Se mi si dice che lo si dà alla Regione non c’è problema, si fa un accordo di programma e via. Il fatto è che sarà gestito dagli investitori privati che lo faranno. Ma io voglio garanzie sulle tecnologie, non voglio Acerra bis. Voglio che non arrivi la camorra in casa. Il quadro istituzionale è di questo tipo con a Napoli l’onorevole Cosentino e un assessore all’Ambiente, Giovanni Romano, illegalmente sindaco e assessore. Per questo sono prudente». Poi ricorda che non è vero che in due anni non è riuscito a fare le gare. «C’è stata una sola offerta e una sola gara, si è presentata una sola impresa, la De Vizia di Avellino e, valutata l’offerta, nel 2009 è stata dichiarata infruttuosa, perchè senza referenze bancarie e senza discarica per i residui inquinanti. Io ho detto alla Regione che i grandi gruppi non hanno partecipato senza la certezza dei conferimenti di 450mila tonnellate di rifiuti al termovalorizatore. Poi mi hanno tolto i poteri passandoli alle Province». Cirielli ha un’altra road map: «L’impianto potrebbe essere realizzato entro due anni, alla gara sembrano interessate anche molte imprese straniere. Poi ci vorrà circa un mese per valutare le offerte. E circa un anno e mezzo per costruirlo». La gara, sottolinea, «non la gestirò io ma l'assessore regionale all'Ambiente, Giovanni Romano». Intanto per una volta Bocchino e De Luca concordano: Bocchino parla di opportunità e di incompatibilità della presenza di Cosentino in Campania. Ed echeggiano le parole della Carfagna. «Noi abbiamo fatto un nuovo movimento politico. E oggi altri stanno facendo le nostre stesse considerazioni, come nel caso di Mara Carfagna; ma mi colpisce che le persone più fidate di Berlusconi si ribellino: Carfagna, Miccichè e Biancofiore». E De Luca: «Carfagna ha posto un problema di dignità della politica e ha sottolineato come lobby politico-affaristiche tentino di influenzare la politica».

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