Salerno, fondi Ue per la differenziata ai Caraibi

Due milioni e 700mila euro per "fare lezione" agli abitanti di Cuba, Haiti e Santo Domingo
23 novembre 2010 - Carla Errico
Fonte: Il Mattino

A Cuba, Haiti e Santo Domingo non sanno fare la raccolta differenziata o smaltire gli inerti? Glielo insegnamo noi, che in Campania in fatto di munnezza ne sappiamo più di chiunque altro al mondo. Il progetto c’è ed è pure bello e avviato. I soldi, 2 milioni 700mila euro, li mette l’Europa. La faccia, ovvero il ruolo di «lead partner» del progetto medesimo, è quella della Regione Campania. Gli uomini e la competenza tecnica sono a cura del Consorzio di bacino Salerno 1, quello che raccoglie l’immondizia nella parte nord della provincia di Salerno. Ai Caraibi lezioni di virtuosa gestione dei rifiuti dalla Campania sommersa dalla spazzatura? Ebbene sì, la mission è proprio quella di «trasferire competenze e conoscenze ai partner caraibici... per essere autonomi nella gestione della raccolta differenziata dei rifiuti», oltre che di «creare una consapevolezza ambientale nella popolazione e nelle nuove generazioni». Più prosaicamente, gli esperti del consorzio di bacino salernitano (oggi in via di liquidazione, come gli altri) sono chiamati a mettere in piedi servizi di raccolta differenziata nel centro storico de l’Avana, per 5mila famiglie, ed in quello di Santo Domingo, per 13mila abitanti. A Port-au-Prince, nella Haiti devastata dal terremoto, il progetto è stato invece rimodulato e ora si tratta di lavorare sulle macerie separando ferro da cemento, e realizzare una piattaforma per il recupero degli inerti che oggi vengono pericolosamente buttati nell’oceano. Campania docet in fatto di emergenza rifiuti, insomma. In barba a facili ironie. E interrogativi. Possibile che mentre a Napoli i commissari Ue bacchettano la Campania per le politiche ambientali, la stessa commissione europea scelga la medesima Regione come «capo-progetto» di un intervento a favore dei paesi in via di sviluppo? Possibile, sì. E possibile che la Regione scelga a sua volta il consorzio di bacino Salerno 1 come «partner tecnico» del progetto caraibico: mentre nell’Agro nocerino i rifiuti non raccolti si accumulano nelle strade e i sindaci dichiarano guerra al consorzio in questione; e mentre a Salerno i dipendenti del consorzio bloccano la città per giornate intere - è accaduto la settimana scorsa - per avere gli stipendi arretrati. Non c’è nulla di cui scandalizzarsi, dicono al consorzio. «Noi non spendiamo un centesimo. E siamo stati scelti perché in fatto di rifiuti rappresentiamo l’eccellenza», rimarca Stefano Cicalese, il dirigente che ha seguito dall’inizio questo e altri progetti. «Qui siamo al 60% di differenziata - conferma Fabio Siani, commissario liquidatore dell’ente di bacino - I progetti sono a costo zero, e c’è anche la possibilità di qualche ritorno per le aziende del territorio». Già, ma mentre si va a Santo Domingo e a Cuba i sindaci dell’Agro dichiarano guerra al consorzio che non garantisce la raccolta... «I sindaci son bravi a far demagogia - ribatte Siani - Però poi al consorzio non pagano le spettanze. Non tutti ma tanti: Castel San Giorgio, Corbara, Calvanico, Mercato San Severino, Pellezzano non pagano, Nocera e Sant’Egidio hanno un milione di arretrato, San Marzano sul Sarno un’esposizione di 3,6 milioni... Per questo sugli stipendi si naviga a vista: quello che ha scatenato la protesta della scorsa settimana è stato pagato, per novembre si vedrà». «Siamo arrivati a vantare 24 milioni, dai Comuni», incalza Cicalese. Il progetto caraibico fu presentato nel 2008, quando alla guida del consorzio c’era un altro commissario, Raffaele Fiorillo, ex sindaco comunista di Cava de’ Tirreni. Nel 2009 l’ok definitivo dell’Ue, quest’anno lo start up. Il commissario liguidatore Fabio Siani, di opposta fede politica di Fiorillo (è considerato uomo di Edmondo Cirielli e del sindaco pdl Marco Galdi) ha confermato tutto. Non ci vede nulla di scandaloso, anzi. In questo come in altri progetti in cui attualmente il consorzio è impegnato: in primis il «Sufalnet», uno studio sull’utilizzo sostenibile delle discariche abbandonate o in disuso che riguarda dodici paesi europei e coinvolge anche la cava di Cannetiello, a Cava de’ Tirreni. «Se li avessi osteggiati sarei stato un fesso - dice Siani - Questi progetti sono tutti finanziati, non rubano tempo alle attività del consorzio e possono anche coinvolgere positivamente le imprese locali».

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