Ue ultimo appello arrivano gli 007 rischio stangata
Bruxelles. I tecnici europei sbarcano a Napoli. Per cercare di valutare la reale efficacia delle misure prese dalle autorità per la gestione e lo smaltimento dei rifiuti e per raccogliere elementi in vista della decisione che la Commissione europea si troverà a dover prendere a breve: deferire o meno l'Italia alla Corte di giustizia europea, dopo che quest'ultima, il 5 marzo scorso, ha già emesso una sentenza di condanna verso l'Italia per «non aver adottato tutte le misure necessarie per evitare di mettere in pericolo la salute umana e danneggiare l'ambiente» e «per non aver creato una rete adeguata e integrata di impianti di recupero e di smaltimento dei rifiuti nelle vicinanze del luogo di produzione», venendo così «meno agli obblighi che le incombono in forza della direttiva sui rifiuti». L'eventualità di un nuovo deferimento alla Corte e di una nuova sentenza negativa significherebbe che l'Italia potrebbe ritrovarsi a pagare delle multe assai salate, calcolate in base al pil del paese e alla durata e alla gravità dell'infrazione. Oltre a rischiare di vedere congelati definitivamente 145,5 milioni di fondi europei. Ma sulla gravità della situazione l'esecutivo comunitario sembra nutrire sempre meno dubbi, come dimostra una lettera dell'8 novembre scorso in cui il direttore generale per l'Ambiente, Karl Falkenberg, si è detto insoddisfatto dalla documentazione presentata dalle autorità campane. A queste ultime, ad agosto, era stato chiesto di illustrare i provvedimenti adottati e programmati per conformarsi alla sentenza della Corte, una bozza del nuovo piano contentente le modalità di attuazione dello stesso e le misure previste per lo smaltimento dei rifiuti «storici», ossia di 14 milioni di tonnellate di ecoballe ancora senza destinazione. La Commissione si è detta insoddisfatta in quanto la documentazione «non contiene un calendario dettagliato che indichi le principali scadenze intermedie e l'inizio e la conclusione dei lavori di costruzione degli impianti nonché per l'effettiva entrata in funzione degli stessi». E ha chiesto informazioni supplementari, anche sul piano di smaltimento dei rifiuti urbani, entro fine novembre. Nella lettera la Commissione sottolinea «l'aggravarsi della situazione» e annuncia l'invio della missione di tecnici, che verrà guidata da Pia Bucella e che punta ad una visita al termovalorizzatore di Acerra e ad una riunione con i tecnici responsabili dell'impianto, ad una visita ai siti di stoccaggio delle ecoballe, ad un incontro con l'assessore per l'Ambiente Giovanni Romano e ad una riunione con la commissione Ambiente del consiglio regionale. È probabile che ci sarà anche un incontro con il presidente della Regione, Stefano Caldoro, che il 5 ottobre scorso si è recato a Bruxelles per incontrare il commissario per l'Ambiente Janez Potocnik e consegnargli la documentazione richiesta. Che ora però si è scoperta essere insufficiente. Nella lettera dell'8 novembre vengono sollevate infatti anche altre due questioni: una riguardante l'inceneritore di Acerra, nel tentativo di capire quali siano i «problemi che da oltre un mese hanno rallentato il funzionamento del termovalorizzatore e quando si prevede di risolverli», e la cessione della gestione del sito di Terzigno alla Protezione civile. Bucella, che si è occupata del caso fin da quando nel giugno del 2007 la Commissione ha avviato la procedura d'infrazione contro l'Italia per la questione dei rifiuti in Campania che ha portato alla sentenza di marzo scorso, alla vigilia della missione, che durerà due giorni, ha spiegato: «Vogliamo essere certi che ci sia la consapevolezza, che finora non abbiamo trovato, di voler eseguire quella sentenza per garantire ai cittadini campani una gestione regolare dei rifiuti». Un eventuale deferimento alla Corte non è comunque immediato, visto che a Bruxelles dovranno ancora aspettare la risposta della Campania alla nuova richiesta di informazione. Ma i tempi si stringono.
Otto date, otto tappe. per otto volte i riflettori dell’Europo si sono accesi sulla catastrofe connessa all’emergenza rifiuti che ciclicamente, da anni, mettre in ginocchio Napoli e la Campania. Osservazioni puntuali e rigorose, quelle compiute dalle autorità dell’Unione europea. All’esito delle quali sonos caturite prescrizioni, obblighi, indicazioni operative. La verifica ha portato a riscontrare come siano sempre rimaste lettera morta. E con pesanti conseguenze: sanzioni e deferimenti alla Corte di giustizia europea. Oggi tocca un’altra volta ascoltare il verdetto degli ispettori dell’Ue: dietro l’angolo ancora sanzioni.