Rifiuti, ancora proteste oggi Berlusconi torna a Napoli
NAPOLI - Stretto tra i nuovi focolai della protesta che si riaccende in vari comuni, il rischio di saturazione degli impianti e la mancata firma del Quirinale al decreto della discordia, Berlusconi torna oggi a Napoli e si riaffaccia sulla polveriera rifiuti. Lo aspettano, immobili, le quasi 9mila tonnellate di spazzatura che condannano all´inferno non solo la capitale del sud, ma soprattutto la costa e l´hinterland della sua provincia, in tutto una trentina di comuni, tra i più popolosi dell´area metropolitana, messi in ginocchio dalla mancanza di siti in cui sversare. Ad attendere il premier, agitati, anche i comitati di cittadini che si ribellano alle soluzioni in corso. A Boscoreale, nel Vesuviano, è scattata di nuovo l´occupazione del municipio contro la riapertura di Cava Sari. A Serre, nel Salernitano, è annunciata invece per domani sera un´assemblea pubblica per spiegare, come sintetizza il sindaco Palmiro Cornetta, «che è un delirio tornare di nuovo a Macchia Soprana, come vorrebbero il presidente della Provincia di Salerno Edmondo Cirielli e il governatore Stefano Caldoro».
L´agenda del presidente Berlusconi prevede un incontro alle 17 nella Prefettura di Napoli, con i vertici degli enti locali e dell´esercito. Non si esclude che il premier dichiari lo stato di emergenza, una retromarcia che gli consentirebbe di riprendere in mano le redini di una crisi che ha molti padri e troppe, contraddittorie ipotesi di soluzioni. Basti dire che mentre Berlusconi ha appena cancellato, nel controverso decreto rifiuti, tutte e tre le discariche faticosamente individuate da Bertolaso due anni fa (Cava Vitiello nel Vesuviano; Andretta in Irpinia; e Valle della Masseria nel Salernitano), il governatore Caldoro annuncia in un´intervista anticipata da Panorama che «vanno individuate subito due nuove discariche». Dove? E perché cancellarne tre, per poi cominciare a pensare, ex novo, ad altre due? Caldoro dice: «Una serve a nord di Napoli, un´altra nel Vesuviano (dove la lunga guerriglia di questi mesi ha prodotto danni ingentissimi e la vittoria del fronte del no, ndr)». Poco dopo, Caldoro si precipita a precisare in una nota: «C´è un equivoco, niente "vesuviano". Una si sta cercando nel Nolano, un´altra a nord di Napoli». In fondo, nella stessa grande area, la più inquinata della provincia.
È trascorso un mese esatto dalla promessa dei "dieci giorni" di Berlusconi, e - nel vuoto decisionale - la situazione si è ulteriormente aggravata. A Napoli, le strade del centro e della periferia traboccano di 2.700 tonnellate. E continua il duello a distanza tra il premier Berlusconi, i suoi alleati e il sindaco Rosa Russo Iervolino. Dopo l´anatema del ministro Bossi («I giudici dovrebbero indagare sul sindaco per la crisi rifiuti»), il primo cittadino risponde a muso duro.
«Berlusconi, Bossi, alcuni vertici della Lega hanno risolto il problema dei rifiuti, hanno trovato il colpevole: il sindaco di Napoli. Non mi viene più voglia di replicare perché la "canzone" è vecchia e stonata. Non si accorgono, gli accusatori, che la crisi riguarda decine di Comuni della provincia di Napoli, sui quali il sindaco del capoluogo non ha poteri?», li provoca la Iervolino. E ancora: «Non ricordano che da 16 anni vige il regime commissariale e che ogni sera l´Asìa (azienda di raccolta del Comune di Napoli, ndr), deve attendere di sapere se e dove può sversare? Non vedono che il 19% di differenziata di Napoli è molto vicino al 20% di Roma? Molte altre cose si potrebbero dire, ma è inutile. Tanto, so benissimo che il livore politico annebbia la ragione e quindi: a quando il prossimo attacco?».
Basta fare pochi chilometri per verificare che la crisi devasta la provincia. Altre settemila tonnellate seppelliscono i centri e le arterie di collegamento tra i paesoni del Vesuviano, della costa stabiese, della cintura del Giuglianese e dell´Aversano.
Tensione anche nei centri dove ci si ribella al funzionamento degli impianti. A Boscoreale i cittadini hanno occupato il municipio: niente devastazioni stavolta, solo qualche calcio sulle porte, ma le attività amministrative sono paralizzate. Analogo fermento a Serre, dopo l´annuncio di Caldoro di riaprire la discarica di Macchia Soprana. È prevista l´assemblea pubblica guidata dal sindaco, Cornetta. «Vogliono riaprire Macchia Soprana? E come fanno a passare su una strada dissestata? C´è un versante del costone, in località Macchina, danneggiato proprio dal genere di sbancamento operato per l´apertura di quel sito». A Napoli, intanto, la serata si chiude con un primo incontro tra gli albergatori cittadini per l´annuncio di una "class action" per il danno d´immagine provocato dall´ennesima emergenza. Una mobilitazione contro cui, forse, non sarà sufficiente l´iniziativa del Comune: domenica prossima 20 piazze saranno allestite per la raccolta differenziata a cielo aperto.