Stir porte aperte cittadini assenti al sopralluogo
Santa Maria Capua Vetere. È ripresa mercoledì l'attività all'impianto Stir di Santa Maria Capua Vetere dopo il blocco causato della protesta dei dipendenti del Consorzio Unico di Bacino Napoli-Caserta che ha impedito di fatto il conferimento dei rifiuti per sette giorni. E così ieri mattina in occasione del sopralluogo organizzato presso il sito, gli amministratori hanno potuto verificare il lavoro eseguito all'interno dell'impianto. Solo gli amministratori comunali, però, dal momento che i cittadini - che avevano sollecitato i controlli - hanno disertato inspiegabilmente l'appuntamento annunciato dal sindaco nel corso del consiglio di lunedì. Al momento l'impianto separa e tratta solo i rifiuti provenienti dal Casertano. Una nuova disposizione regionale ha, infatti, stabilito che dal 15 novembre e fino a nuova disposizione l'indifferenziato prodotto nei Comuni napoletani originariamente autorizzati a sversare allo Stir, debba essere conferito altrove. Nell'impianto sito alla periferia della città si agisce su più fronti, ma sempre – come sottolinea il responsabile Rosario Balzano – garantendo il massimo controllo. Ad esempio con un portale radioattivo attraverso cui vengono fatti transitare gli autocompattatori in ingresso per verificare la presenza di determinate sostanze; poi si passa alla pesa per la tara e al controllo dei documenti prima di consentire lo scarico nella fossa. Qui i rifiuti - secondo quanto spiegato dal responsabile – vengono selezionati. Il secco viene pressato e pronto per essere portato all'inceneritore di Acerra, l'umido viene trattato in un diverso capannone. Sotto un telo di gore-tex viene fatto 'asciugare' per un periodo che va dai 19 ai 21 giorni riducendo in questo modo la «quantità» dello stesso che poi viene inviato in discarica come materiale di copertura. Al centro della vasta area circa 3mila balle posizionate su uno spiazzale in calcestruzzo, sono le uniche presenti nell'impianto ma si tratta di rifiuti «vecchi» fermi da circa tre mesi per un blocco all'inceneritore che di fatto ne ha impedito l'invio. «Non c'è alcun allarme percolato – ha assicurato il responsabile Balzano – e il liquido non era presente in nessun autocompattatore che è entrato nell'impianto». All'ingresso dello Stir vi è poi la centralina dell'Arpac in funzione, anche se – come sottolinea - «sono due mesi che non vengono effettuati i controlli»; così come manca al momento il presidio dell'Asl. Appare invece avere una certa fondatezza il progetto che vedrebbe la realizzazione nello Stir di un impianto di compostaggio.