Ecco le carte dell’inceneritore nel valzer Comune-Provincia
De Luca ha sempre voluto il termovalorizzatore, da quando snobbava la differenziata e puntava più ai Cip 6, il ristoro statale per la termovalorizzazione dei rifiuti. Sapeva bene che bruciare immondizia portava soldi («Facciamocelo a casa nostra ci guadagniamo e sappiamo che rifiuti ci bruciamo», diceva con spiccato senso pratico). Ma aveva chiesto ad una squadra di tecnici, capitanata dall'ex rettore Donsì, di individuare le tecnologie più avanzate. Poi ha anche deciso di non andare avanti dichiarando la gara "infruttuosa" quando una cordata capeggiata da Antonio Lombardi (con cui ha poi duellato sulla gestione dello stadio Arechi) aveva partecipato con una proposta progettuale. L'impianto non fu ritenuto in linea con le richieste dalla commissione aggiudicatrice. Ma nel frattempo, dall'individuazione delle aree dove realizzare l'impianto, alla definizione degli standard tecnici, finanche alla ricerca di un progettista che assicurasse qualità architettonica (rimarrà negli annali il rifiuto del progetto di Frank O. Gehry, contattato a Santa Monica da De Luca, perché richiedeva tempi lunghi), il sindaco non è stato mai a guardare. Sostanzialmente l'unica volta in cui ha minacciato di dire no al termovalorizzatore è stato qualche settimana fa, quasi a dispetto, davanti a Bertolaso pressato dall'insistenza di Cirielli. Le carte del progetto sono in buona sostanza quelle di De Luca. Materiali che finanche il "nemico" Cirielli ha validato e posto a base della sua gara internazionale lanciata due settimane fa a sorpresa. In sostanza, mentre Cirielli dice che «De Luca non ha fatto niente», non disdegna di dare il via libera al materiale prodotto dall'amministrazione dirimpettaia per portarsi avanti con il lavoro e arrivare ala gara internazionale senza por tempo in mezzo. Sì, perché Cirielli nelle vesti di commissario per il ciclo dei rifiuti avrebbe potuto buttare a mare gli atti del precedente commissario e cominciare da capo. Ma al di là delle accuse di aver pagato troppo i terreni espropriati a Cupa Siglia, del lavoro di De Luca non ha gettato niente. Ha dovuto solo rimodulare particolari relativi alle dimensioni del progetto. E' stata l'unica concessione alle richieste d Giovanni Romano, l'assessore regionale. Lui chiede impianti piccoli, flessibili, «fatti per bruciare rifiuti e non per fare soldi». Così, da un impianto capace di termovalorizzare sei-settecentomila tonnellate annue di rifiuti, previsto nel progetto De Luca (ma il sindaco contesta anche che fossero quelle le indicazioni), si arriva ad un progetto di impianto capace di smaltire circa 350mila tonnellate l'anno. L'idea di Cirielli è di bruciare 800 tonnellate al giorno: 295 tonnellate di rifiuti della città e 500 provenienti dal resto della regione.