Bersani, blitz per convincere Maroni: con i clan Province a rischio

Il segretario pd a Palazzo Chigi incontra il ministro dell'interno
"E' stata una visita irrituale"
19 novembre 2010 - Adolfo Pappalardo
Fonte: Il Mattino

La strategia del Pd è stata approntata tra mercoledì sera e l’alba di ieri mattina. Telefonate incrociate quando si è saputo che in consiglio dei ministri si stavano per attribuire poteri speciali ai presidenti delle Province di Napoli e Salerno per costruire i due termovalorizzatori. Il Pd campano salta dalla sedia perché la settimana scorsa al tavolo interistituzionale presso palazzo Santa Lucia (presente anche il capogruppo regionale Peppe Russo) questo particolare, non di poco conto, non era stato mai stabilito né sottoscritto. Il telefono di Bersani inizia ad essere rovente da ieri mattina. A chiarirgli la situazione è prima il segretario campano Enzo Amendola, poi l’ex governatore Bassolino e, infine, il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca appena uscito dagli studi di Saxa Rubra dopo un duello serrato in diretta tv con il presidente della Provincia Cirielli. «Con loro entra la camorra», dice senza tanti giri di parole il primo cittadino al segretario. Scatta così l’allarme mentre Montecitorio si riempie per discutere della finanziaria. Ed ecco che i vertici si mettono in moto. Con Dario Franceschini che chiama il sottosegretario Gianni Letta e Bersani che molla la sua sedia diretto a palazzo Chigi. Prima però fa un cenno d’intesa al deputato democrat di Varese Daniele Marantelli che lo segue a stretto giro. Non è certo uno chiamato a caso: Marantelli ha stretti rapporti con i vertici del Carroccio ed è lui l’ambasciatore che dovrà far capire «che insistendo con la provincializzazione dei rifiuti, si scherza con il fuoco». Richiesta avanzata a Maroni. «Sono passato lì per caso e a Bersani ho chiesto cosa facesse», dirà poi il titolare del Viminale definendo irrituale l’arrivo del segretario d’opposizione a palazzo Chigi. «Giusta definizione ma più irrituale è che vogliano fare commissari i presidenti di Provincia che sono pure deputati», dirà poi Bersani. Dichiarazioni dei due come da gentlemen's agreement pattuito. Vero è che l’operazione riesce con il presidente della Provincia di Salerno letteralmente imbufalito perché pensava al ruolo di commissario come cosa fatta. E minaccia querele a Bersani: «Altro che atti poco chiari e trasparenti». Un gol di Bersani che con il suo colpo di teatro costringe la maggioranza a un passo indietro ed è abbastanza per andare nella già programmata conferenza stampa con aria trionfante. Non solo. Perché all’ex ministro del governo premeva anche mandare un messaggio importante al Carroccio. Fargli notare cioè che il Pd è «un partito responsabile». Sul fronte dei rifiuti certo ma anche in futuro. Non dimentichiamo che mancano pochi giorni al voto di fiducia del 14 dicembre e la Lega nelle prossime settimane potrebbe giocare un ruolo fondamentale. Magari sciogliendo il patto di ferro siglato lunedì ad Arcore con il Cavaliere. E quindi non elezioni subito ma un appoggio tecnico ad un eventuale governo tecnico «per evitare sfasci». Si vedrà nelle prossime ore. Per ora il Pd nazionale si gode il risultato incassato: una marcia indietro del governo che non è poco. Mentre in serata il segretario regionale Enzo Amendola parlando a Youdem commenta: «Non dando i poteri alle Province è stata sconfitta la filiera politico-affaristica di Nicola Cosentino».

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