Stangata Iva sulla tassa rifiuti rincari di 50 euro a famiglia
La Tarsu aumenta proporzionalmente all’altezza della monnezza che arriva ormai ai primi piani dei palazzi di Napoli. Dalla Provincia arriva una stangata che fa salire l’odiosa gabella - nel capoluogo è già la più alta d’Italia - del 10 per cento. Una stangata che si traduce per ciascuna famiglia in circa 52 euro in più. Da pagare come «integrazione» a quanto già versato fino a oggi entro la fine dell’anno. Sembra un reality show, ma purtroppo per i cittadini è solo reality. Concreta e brutta. La delibera è passata in Consiglio provinciale lunedì. È la 873 e ha per oggetto la «determinazione definitiva dei costi per l’anno 2010 relativi al trattamento, allo smaltimento ovvero al recupero dei rifiuti della provincia di Napoli» come ha stabilito la legge 26, eredità ingombrante di Guido Bertolaso. Che con questa legge aveva già prodotto l’effetto dell’aumento della Tarsu per i napoletani del 60 per cento appena due anni fa. Imponendo in piena emergenza il principio che il servizio di raccolta e smaltimento venisse coperto interamente dalla Tarsu. La questione nella sua drammaticità è beffarda e semplice allo stesso tempo. La legge 26 passa le competenze per lo smaltimento dei rifiuti indifferenziati alla Provincia o a società provinciali. L’ente di Piazza Matteotti presieduto da Luigi Cesaro ha affidato questo compito alla Sapna guidata da Corrado Catenacci. La Sapna nella determinazione provvisoria della tariffa non aveva considerato il fattore Iva che invece si applica a tutte le società di scopo. Appunto la Sapna. La stessa società per capire come agire ha chiesto un parere alla Agenzia delle entrate sulla materia il 15 giugno. La risposta è arrivata il 22 settembre. «L’Agenzia delle entrate si esprimeva - si legge nella delibera - sulla istanza di interpello disponendo che la Sapna dovrà emettere fattura nei confronti della Provincia assoggettando l’imponibile Iva con aliquota del 10 per cento». Perché se la risposta è arrivata a settembre solo lunedì la Sapna ha chiarito definitivamente il costo dello smaltimento per tonnellata dei rifiuti? Perché solo la settimana scorsa ha completato il piano di fabbisogno. Così lo smaltimento per tonnellata di rifiuti passa da 98,05 euro a 106,98. La stangata per le famiglie si traduce in 52 euro. «Un bel regalo di Natale - dichiara il capogruppo Pd Giuseppe Capasso - che il presidente Cesaro e la sua maggioranza hanno deciso di fare ai cittadini di Napoli e provincia che, dopo aver già pagato la Tarsu, troveranno sotto l’albero una nuova cartella esattoriale di circa 50 euro a famiglia». Il piddino fa i conti e affonda il colpo: «Mentre i cittadini sopportano il peso di una seconda drammatica emergenza rifiuti la Provincia aumenta la tassa sui rifiuti del 10,14%. Con la pessima legge voluta dal Governo, la competenza sulla tassa dei rifiuti è stata sottratta ai Comuni e affidata alle società provinciali, assoggettate ad un diverso regime fiscale che prevede anche la maggiorazione dell’Iva». Cosa significa? Che se i Comuni avessero mantenuto le competenze non ci sarebbe stato questo nuovo aumento. La questione è serissima. La ragioneria della Provincia ha quantificato mediamente il 30 per cento la quota di evasori rispetto ai ruoli individuati. La somma che la Sapna ha stabilito serva per rendere il servizio di smaltimento è di 140 milioni Iva inclusa. Se la quota di evasori è davvero il 30 per cento mancherebbero all’appello la bellezza di 42 milioni. Dove li prenderà Cesaro? Dal fondo degli investimenti. Come dire che a Piazza Matteotti entro fine anno potrebbe rivedere e tagliare una voce fondamentale per lo sviluppo del territorio. Tornando all’aumento Tarsu per Napoli la situazione potrebbe aggravarsi nuovamente a dicembre o il prossimo anno. Il tema è la differenziata. Anche in questo caso la legge è chiara: «Ai Comuni che entro il 31 dicembre 2010 non abbiano raggiunto il 35 per cento della differenziata, e il 50 per cento entro il 31 dicembre del 2011 si applica è imposta una maggiorazione per la raccolta indifferenziata rispettivamente del 25 e 40 per cento dell’importo stabilito per ogni tonnellata di rifiuti». Ovvero un ulteriore aumento della Tarsu.