Cento milioni persi nei campi con quindicimila ettari allagati
Vallo di Diano, Agro Nocerino Sarnese, Piana del Sele. Ecco la carta geografica dell'emergenza agricola seguita al maltempo della settimana scorsa. Con quasi 15mila ettari di terreni allagati, il comparto agricolo salernitano è alle prese con un vero e proprio disastro. Colture andate perdute, campi da riseminare, allevamenti decimati, foraggio inservibile, danni infrastrutturali. Un lungo elenco che tradotto in moneta, per una stima non ancora definitiva, si aggira nell'ordine di un centinaio di milioni di euro di danni. Il quadro della situazione è stato messo a fuoco ieri mattina da Vincenzo Tropiano, responsabile dell'ufficio sviluppo risorse di Coldiretti Salerno durante il summit in Camera di Commercio voluto da Rete imprese Italia. Nel Vallo di Diano la perdita di colture ortive e cerealicole riguarda 10mila ettari di terreno: sott'acqua le produzioni invernali come carciofi, insalate, cavoli, rape. Ingenti anche i danni all'allevamento, con 450 capi ovicaprini e 100 lepri ritrovati annegati e circa 200 capi di bestiame dispersi. In totale 8.655 aziende colpite. Inoltre l'unico macello operante nell'intero Vallo di Diano è allagato e quindi ha cessato le attività di distribuzione delle carni. La situazione non migliora nella Piana del Sele, con 4mila ettari allagati, 97 bufali morti, 356 capi dispersi e 14 allevamenti evacuati. In questa zona del salernitano è molto fiorente l'economia legata alla cosiddetta quarta gamma, ovvero frutta e verdura imbustate. Ebbene, dopo le piogge torrenziali e l'esondazione del Sele, 500 ettari di terreno riservato a questo tipo di colture sono ormai inservibili, la produzione irrimediabilmente compromessa. Stessa sorte è toccata alle colture orticole, floricole e protette distrutte dall'esondazione della Solofrana nella zona dell'Agro Nocerino Sarnese: 150 ettari di terreno da bonificare, con costi esorbitanti per quanto riguarda le serre e tutte le colture protette. Fatta la conta dei danni, ecco che l'Asl ambito 3 presenta la lista delle emergenze igienico-sanitarie: innanzitutto la rimozione delle carcasse degli animali morti e poi l'approvvigionamento di foraggio e acqua per gli allevamenti aperti che rischiano di lasciare a digiuno i propri animali. «Tutta la provincia è coinvolta in questa emergenza - dichiara Tropiano - noi chiediamo innanzitutto che vengano messe in campo tutte le iniziative utili a tutelare le imprese agricole sull'orlo di una crisi di proporzioni inimmaginabili». Dalla Coldiretti arriva anche un appello ai Consorzi di bonifica che operano nell'ambito del Sele: «Dopo questi episodi, diventa fondamentale provvedere alla manutenzione degli argini del fiume Sele. I consorzi devono immediatamente sbloccare gli otto milioni di euro già stanziati per questo genere di intervento - è la richiesta di Tropiano - fermi a causa dello sforamento del patto di stabilità. Per quanto concerne il Consorzio Destra del Sele, sarà poi necessario provvedere al reperimento dei fondi per opere già cantierabili e già presentate alla Regione Campania, come la dragatura del fiume, la ripulitura e l'innalzamento degli argini. Servono 100 milioni di euro». Una situazione, quella del comparto agricolo, aggravata dal sistema di tutela dei lavoratori del tutto particolare. Non esiste un fondo a garanzia dalle calamità naturali, l'unica garanzia è l'assicurazione. Un regime obbligatorio per il quale, per l'annualità 2010, sono stati stanziati 85 milioni di euro a titolo di co-finanziamento. Una cifra che va suddivisa per tutte le aziende agricole italiane: in sostanza pochi spiccioli