Tra un mese sarà disastro ambientale

Il monito della Commissione ecomafie: portare subito la spazzatura fuori provincia
17 novembre 2010 - Daniela De Crescenzo
Fonte: Il Mattino

Napoli e i rifiuti «In Campania si rischia il disastro ambientale da qui a 30 giorni»: i numeri, per il presidente della commissione ecomafie Gaetano Pecorella, parlano chiaro. Attualmente tra Napoli e provincia ci sono novemila tonnellate di rifiuti a terra che diventeranno sessantamila se non si modificheranno le norme sulla provincializzazione: ogni giorno, infatti, la spazzatura non smaltita cresce di 600 tonnellate a Napoli e di 1000 in Provincia. Ieri la commissione (presenti oltre al presidente Pecorella il vicepresidente Vincenzo De Luca e i rappresentanti del Pd Alessandro Bratti e Stefano Graziano,assenti i parlamentari del Pdl) ha ascoltato il presidente della commissione regionale ecomafie, rifiuti e bonifiche, Antonio Amato; l’assessore regionale Giovanni Romano; il presidente della Provincia, Luigi Cesaro; il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino con l’assessore all’Igiene Paolo Giacomelli; il procuratore della Repubblica Giovandomenico Lepore. «Tutti ci hanno confermato - ha spiegato al termine delle audizioni Pecorella - che se non si arriverà a una deroga del principio della gestione provinciale dei rifiuti, che permetta di scaricare nelle altre discariche della regione, rischiamo il disastro ambientale». E infatti il sindaco Iervolino, lasciando la prefettura, ancora una volta ha detto: «Abbiamo insistito, e non eravamo soli perchè l’ aveva già fatto Cesaro, sulla assurdità della provincializzazione nella gestione dei rifiuti che attribuisce alla provincia di Napoli, che ha l’8% del territorio e il 58% della popolazione campana, la responsabilità di gestirsi i suoi rifiuti». Quanto ai termovalorizzatori, è un altro elemento emerso dalle audizioni, occorreranno tre o quattro anni per farli funzionare dal momento dell’ inizio dei lavori che non sono stati ancora appaltati. Un quadro inquietante quello disegnato dai commissari. «Ci troviamo di fronte a un’emergenza più grave di quanto si possa immaginare - ha sottolineato De Luca - che impone una revisione del decreto 295 e l’immediato utilizzo delle mille cave disponibili in regione». E Graziano ha incalzato: «Quella che la Campania si trova a vivere è una crisi strutturale, più grave di quella vissuta due anni fà. Si sono persi due anni, non è stata fatta nemmeno una gara per i termovalorizzatori previsti. Ed è assurdo continuare a richiamare l’attenzione di un governo che non c’è più». Bratti, dal canto suo, ha sottolineato l’assenza dei commissari del Pdl: «Tutti ci hanno sottolineato la mancanza dei finanziamenti già previsti per le bonifiche e i ristori ambientali, domani ci faremo portatori di queste richieste presto l’ufficio di presidenza». Dovrebbe migliorare, almeno nell’immediato, però, la situazione di Napoli: «Sversiamo, per adesso nella discarica di Chiaiano 600 tonnellate, e poi negli impanti stir. Abbiamo avuto la possibilità dall’ufficio flussi della Regione, da domani, di avere in esclusiva l’impianto di Tufino e questo ci dovrebbe permettere di raccogliere i rifiuti che sono in strada», ha spiegato l’assessore Giacomelli. Dalle audizioni di ieri non sono emersi, invece, elementi di preoccupazione per la presenza della criminalità organizzata nell’attuale crisi. «Al momento non ho elementi per dire che questa emergenza sia gestita dalla camorra - ha sostenuto il procuratore Lepore - In questo caso non si tratta di camorra, ma di una inefficienza della gestione del ciclo dei rifiuti che dura ormai da 20 anni. Comunque bisogna dare - ha proposto poi Lepore - la possibilità di esercitare i poteri al governatore della Campania Caldoro di creare delle discariche, in quanto non servono nuovi commissari perchè ne abbiamo avuto già abbastanza».

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