Rifiuti Confronto-fiume in prefettura, il sì dei presidenti non c'è ancora

Le Province prendono tempo Iervolino: sono preoccupata

Asia chiede: fate sversare Napoli fino a gennaio
13 novembre 2010 - Fabrizio Geremicca
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

«Decine di compattatori colmi di immondizia non hanno dove scaricare i rifiuti». Nel pomeriggio di ieri, Asia lancia l'ennesimo allarme: Napoli si avvia al collasso. Fermi gli Stir di Giugliano e Tufino, perché stracolmi della frazione umida accumulatasi negli ultimi giorni. Chiusa Taverna del Re, dove sono state scaricate in tre settimane tutte le io.000 tonnellate previste dall'ordinanza Cesaro. «Sono molto preoccupata per Napoli» si sfoga la sindaca Iervolino. Unica prospettiva per la notte: Chiaiano, con 600 tonnellate al massimo, e gli Stir di Caivano (dove alle sei di sera erano in fila un centinaio di camion) e Battipaglia. In ciascuno di essi Asia ha ottenuto dall'ufficio regionale flussi di portare 200 tonnellate. Nelle strade napoletane ne restano iyoo; il futuro è una incognita. Alle sette di sera in Prefettura comincia l'ennesimo vertice, presenti il presidente della Provincia Luigi Cesaro e il suo omologo casertano Domenico Zinzi; l'assessore regionale all'Ambiente Giovanni Romano; Paolo Giacomelli, titolare della delega all'Igiene Urbana a palazzo San Giacomo; i prefetti di Napoli, Caserta, Avellino. Obiettivo: individuare discariche fuori provincia dove scaricare almeno fino al 20 gennaio una parte del pattume partenopeo. «Il tempo necessario a svuotare gli Stir dalla spazzatura accumulata — dice l'amministratore di Asia, Daniele Fortini — e a modificare lo Stir di Giugliano, affinché possa stabilizzare l'umido, riducendone il volume, e possa produrre maggiori quantitativi di frazione secca combustibile per l'inceneritore di Acerra».
In serata la riunione si conclude con una fumata grigia, con i presidenti che si riservano di decidere se aiutare Napoli. Intanto a Benevento la Provincia si appresta a ristrutturare radicalmente lo Stir di Casalduni. I lavori costeranno un milione, ma frutteranno consistenti risparmi in virtù della minore quantità di rifiuti che finiranno in discarica o al termovalorizzatore.
«Il sistema di stabilizzazione — dice l'assessore all'Ambiente Gianluca Aceto — consentirà di portare ogni anno 18.000 metri cubi in meno di umido nello sversatoio e di evitare che emani cattivo odore». Il punto forte del progetto, tuttavia, è un altro: «Ia Provincia utilizzerà le tecnologie di un azienda del nord, che trasforma il secco non recuperabile, attualmente destinato a discarica o all'inceneritore, in granuli per caditoie, arredi urbani ed altro. Il procedimento si chiama trattamento meccanico manuale». Infine, il piano beneventano prevede una serie di mini digestori anaerobici, in grado di trattare fino a 3000 tonnellate all'anno. Trasformeranno l'umido differenziato in compost e fertilizzante.

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