LA DENUNCIA ACCUSA DELL'ASSISE DI PALAZZO MARIGLIANO: FONDI SPRECATI

«Che fine hanno fatto i 150 milioni per il compostaggio?»

Il segretario Nicola Capone: «Necessario separare la frazione secca da quella umida per evitare un'epidemia igienico-sanitaria. L'unica soluzione è il riciclo»
15 novembre 2010 - Emanuele De Lucia
Fonte: Il Roma

La chiusura di Taverna del Re, ormai satura di rifiuti, ha aperto un'altra crepa nell'emergenza in Campania. Lo sversamento nelle cave del napoletano non sembra destinato a durare nel tempo e rileva un problema di inquinamento di notevoli proporzioni. Ieri nel palazzo della Società degli studi politici, si sono riunite le Assise della città di Napoli e i comitati civici di Giugliano, Marano e Chiaiano per discutere la proposta di un'ordinanza per la immediata separazione della frazione umida da quella secca e l'organizzazione di una filiera dei materiali per il recupero e il riciclo totale della materia a combustione zero. Sabato sera a Terzigno, il sindaco e la giunta hanno dovuto firmare un'ordinanza per bloccare lo sversamento dei rifiuti nella cava Sari, a seguito della relazione dell'Arpac che attesta l'inquinamento delle falde acquifere, i cui pozzi sono diventati inutilizzabili. Venuta meno la cava Sari, cava Vitello e la discarica di Serre, si è ripresentata la tragedia rifiuti. Una proposta avanzata dal-l'Assise di Napoli è stata presentata ieri dal segretario Nicola Capone: «Le risorse pubbliche dovrebbero essere dirottate verso il recupero e il completamento immediato degli impianti di compostaggio esistenti e per la costruzione di almeno altri quindici impianti. Furono già stanziati 150 milioni di euro, ma non si sa che fine abbiano fatto». È necessario innanzitutto separare la frazione umida da quella secca, altrimenti «si mette a repentaglio la salute pubblica - ha proseguito Nicola Capone -. L'umido dovrà essere raccolto giornalmente e smaltito fuori regione, operazione già è in atto. Per la frazione secca indifferenziata, è possibile riutilizzare gli ex impianti Cdr, che in tre mesi verrebbero ripristinati. La frazione secca differenziata, invece, dovrà essere conferita agli impianti di materiale differenziato già esistenti». La spesa per mettere in sesto gli impianti, secondo quanto calcolato dall'Assise e dal Coordinamento regionale dei rifiuti, ammonterebbe a meno di dieci milioni di euro, molti in meno rispetto ai 18 milioni che dovrebbero essere erogati al Comune di Terzigno come compensazione dei danni arrecati al territorio. Una denuncia, il segretario dell'Assise di Napoli, la rivolge alle amministrazioni che hanno investito «500 milioni in corsi professionali che non esistono, in progetti ambientali mai realizzati, quando potrebbero essere indirizzati in piani produttivi legati a una corretta gestione del problema».

Powered by PhPeace 2.6.4