Niente soldi per gli stipendi I netturbini verso lo sciopero

Enerambiente all'attacco: il Comune non paga. A terra 3mila tonnellate
16 novembre 2010 - Luigi Roano
Fonte: Il Mattino

Enerambbiente «Dubito fortemente che gli operatori di Enerambiente lavorino, il Comune non ci ha pagato e noi non abbiamo dato loro lo stipendio». A parlare è Giancarlo Tonetto, il legale rappresentante di Enerambiente, società che lavora per Asìa, l’azienda speciale di Palazzo San Giacomo per la raccolta dei rifiuti. È crisi nella crisi, a quella per lo sversamento perché le discariche sono sature si aggiunge l’aspetto finanziario. Napoli oggi rischia di svegliarsi con 3000 tonnellate di rifiuti a terra. Un incubo. Procediamo con ordine, perché quella di ieri è stata una giornata tesa e difficile. Che comincia con la sgradita sorpresa per i 500 lavoratori di Enerambiente di non trovare lo stipendio accreditato e la cassa chiusa: «Il Comune attraverso Asìa ci deve 10 milioni di euro - spiega ancora l’avvocato Tonetto - ci dovevano dare 2 milioni il 30 ottobre e a fine mese un altro milione. I soldi di ottobre non li abbiamo visti. Non ci hanno pagato e non abbiamo potuto pagare gli stipendi. Enerambiente non è una banca». Il legale rappresentante dell’azienda attacca ancora: «C’era un impegno del sindaco Iervolino e dell’assessore Paolo Giacomelli che non sono risuscito a sentire per avere spiegazioni. C’è uno scadenziario preciso che non è stato rispettato». Da Palazzo San Giacomo fa sente la sua voce Michele Saggese, assessore al Bilancio. «Per quello che ne so io il Comune deve dei soldi a Enerambiente il 30 novembre, non ci sono scadenze arretrate». Chi ha ragione? Chi ha torto? La sostanza è che quel poco di raccolta che si può fare è fortemente a rischio. Enerambiente ha un bel pezzo di città a cui badare. Immondizia a Napoli Fa la raccolta rifiuti solidi urbani all’Arenella, Vomero, Chiaia, Posillipo, San Ferdinando, Mercato, Pendino, San Giuseppe, Porto, Avvocata, Montecalvario, Stella, Borgo Sant'Antonio Abate. La differenziata ai Colli Aminei e Rione Alto e la raccolta rifiuti grandi alberghi e ristoranti di via Partenope. Un pasticcio grande come una casa, del resto i problemi finanziari del Comune sono noti così come quelli di Asìa che divora oltre 170 milioni di euro all’anno. Non bastasse i napoletani pagano la Tarsu più cara d’Italia per avere le strade sporche e i sacchetti che ormai cominciano ad avvicinarsi ai primi piani dei palazzi in alcune zone. Come quelle della periferia, di via Foria e la zona orientale. Nel bollettino diramato da Giacomelli trasuda allarmismo: «Situazione grave a Napoli. In questo momento in strada ci sono circa 2700 tonnellate di rifiuti. Tutti gli autocompattatori sono pieni di altre 1400 tonnellate da sversare e oggi il numero delle tonnellate ancora da raccogliere potrebbero toccare quota 3000». È affranto, l’assessore all’Igiene Urbana del Comune che non nasconde il suo rammarico per i «nulla di fatto» inanellati finora nonostante il susseguirsi di sopralluoghi e vertici. «L’amministrazione comunale ritiene doveroso - spiega - che la Regione e la Provincia ciascuna per quanto di sua competenza, provvedano nell’immediato a porre in essere ogni intervento compresa l’organizzazione dei flussi per arginare il proliferare di situazioni di pericolo in città e di danno per l’ambiente e la salute dei cittadini». Per Giacomelli «il fatto più grave è che negli ultimi tre giorni il Comune ha potuto conferire i propri rifiuti solo nella discarica di Chiaiano, quindi, solo circa 650 tonnellate al giorno». L’assessore conclude con un’altra nota negativa: «Ieri non ci sono stati consentiti altri luoghi di conferimento. Solo quattro mezzi hanno potuto scaricare nello Stir di Tufino, mentre Caivano, Giugliano e Battipaglia sono stati inaccessibili». Dunque il limite è stato davvero superato e la prospettiva che quel poco che si può fare non si faccia per il mancato pagamento degli stipendi a Enerambiente pone Napoli in una visuale davvero orrenda.

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