Le mamme vulcaniche in Procura «Cava Sari inquina l’acqua, va chiusa»
Ma la Provincia annuncia: ricorso al tar contro lo stop
Dopo essere riusciti a chiudere la discarica Sari, con un’ordinanza che impedisce lo sversamento dei rifiuti perché la falda acquifera intorno al sito è inquinata, i comitati e gli amministratori comunali di Terzigno passano ora alla pressione sulla procura di Nola per ottenere il sequestro preventivo dell’impianto. Un’inedita alleanza, quella tra cittadini e politici di Terzigno: a lungo contrapposti, oggi si ritrovano a dire la stessa cosa: «La discarica puzza ancora e il territorio è in pericolo». Ieri mattina le «mamme vulcaniche» hanno inscenato una manifestazione di protesta dinanzi al tribunale, dove da tempo sono depositate diverse denunce che segnalano le irregolarità nella Sari. Il pm Giuseppe Visone, che sta seguendo le indagini, ha ricevuto una delegazione delle manifestanti, accogliendo ulteriori documenti e ascoltando le loro ragioni. Qualche giorno fa era stato il Comune di Terzigno a inviare ai giudici i risultati delle analisi dell’Arpac. E mentre un’associazione di consumatori, il Centro per i Diritti del Cittadino Codici Campania lancia un appello: “È indispensabile che le rimostranze della gente vengano tenute nella giusta considerazione, consentendo ai comitati di presentare le relazioni degli esperti nominati da loro”, questa mattina tocca ai legali di Legambiente e della Rete dei comitati, Maria Sella e Francesco Sorrentino, fare un salto in procura a discutere con i magistrati. Identico il refrain: «Il sito va sequestrato, ecco le prove della contaminazione». Un vero e proprio pressing in punta di diritto, dunque, che peraltro si snoda su più fronti. Cristina Falciano, Maria Rosaria Esposito, Ciro Laviano, Giovanna Girardi e Maria Stanziano, i cinque avvocati che hanno redatto l’ordinanza di chiusura della discarica firmata dal sindaco, oggi presenteranno ad Arpac, Asl e Provincia di Napoli un’istanza di accesso agli atti, per sapere «quali azioni hanno compiuto a tutela della salute dei cittadini» prima di aprire l’impianto di località Pozzelle. Si tratta, insomma, della risposta all’iniziativa del presidente della provincia Luigi Cesaro, che ha spiegato come da palazzo Matteotti stiano «verificando la legittimità dell’adozione del procedimento di Auricchio», annunciando un ricorso al Tar contro l’ordinanza. Intanto, però, il dispositivo resiste e i camion continuano a tenersi ben lontano dalla Sari che, invece, oggi sarà visitata dai parlamentari della Commissione Bicamerale d’inchiesta sugli illeciti connessi al ciclo dei rifiuti, presieduta dall'onorevole Gaetano Pecorella.