Rifiuti speciali oltre i permessi scattano i sigilli per un'azienda

Il materiale da recuperare era depositato in un'area molto più vasta di quella autorizzata
14 novembre 2010
Fonte: Il Mattino

CAVA DE’ TIRRENI. I carabinieri del Noe di Salerno, agli ordini del capitano Giuseppe Ambrosone, hanno apposto i sigilli di sequestro ad una vasta area aziendale annessa ad una impresa di recupero di materiale ferroso ubicata nel comune di Cava de’ Tirreni. L'attività è giunta a conclusione di una specifica pianificazione di indagine avviata dai carabinieri del Nucleo operativo ecologico, che hanno rapportato l'intero operato ai magistrati della sezione reati ambientali della Procura della Repubblica del Tribunale di Salerno. In particolare, i carabinieri dello speciale reparto a tutela dell'ambiente nel corso del controllo eseguito presso l'industria cavese hanno accertato che l'attività di recupero di rifiuti speciali non pericolosi veniva effettuata su una superficie molto ben più ampia di quella prevista in autorizzazione; difatti i militari hanno verificato che il deposito e le attività di recupero dei rifiuti avvenivano su una ulteriore area aziendale di circa seimila metri quadrati, in assenza di ogni tipo di autorizzazione. Il materiale rinvenuto depositato, quale ferro, carta e cartone, plastica e gomma, è stato sottoposto a sequestro ed il legale rappresentante dell'azienda denunciato in stato di libertà alla competente autorità giudiziaria per tutte le violazioni penali emerse nel corso del controllo; in particolare si è accertato che l'attività era in parte esercitata con il deposito incontrollato ed il recupero di rifiuti speciali non pericolosi, nonché con lo scarico al suolo di acque reflue industriali, in assenza della prescritta autorizzazione, in violazione degli articoli 256 e 137 del decreto legislativo 152/2006 (il Codice dell’ambiente). Dopo gli accertamenti effettuati nel corso del controllo ed i successivi riscontri investigativi, i carabinieri del Nucleo operativo ecologico hanno deferito in stato di libertà all'autorità giudiziaria il legale rappresentante della società di conduzione dell'impianto. Il valore dei beni in sequestro ammonta a diverse centinaia di migliaia di euro.

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