C'è solidarietà dalle Province, Napoli respira
Dopo ventiquattro ore di attesa è arrivato il sì delle province di Caserta e Avellino: accoglieranno i rifiuti della Provincia di Napoli. Un sì condizionato, ma pur sempre un sì che allontana la necessità di un’ordinanza del presidente Caldoro che fino a ieri sembrava imminente. Contemporaneamente anche lo Stir di Battipaglia accetterà 200 tonnellate di rifiuti. Una risposta all’appello lanciato dal presidente Cesaro e dal sindaco Iervolino. Centrato anche un altro obiettivo: partirà martedì il primo stock di frazione umida destinata agli impianti di biomassa della Toscana e dell’Emilia. Più tempo, invece, ci vorrà per chiudere il contratto con un impresa dell’Andalusia. L’amministratore delegato dell’Asia, Daniele Fortini è riuscito a convincere l’emiliana Hera a smaltire la cosiddetta Fut che intasa gli impianti di Tufino e Giugliano impedendone il funzionamento. Dal canto suo la A2A che gestisce lo stir di Caivano ha contattato aziende spagnole: in questo caso, però, il materiale dovrebbe finire in discarica e sarà quindi necessaria una serie di autorizzazioni. A pagare i trasferimenti verso le altre regioni e i Paesi stranieri sarà la struttura stralcio del generale Mario Morelli che già nei mesi scorsi aveva organizzato una gara. Un insieme di iniziative che dovrebbero dare qualche giorno di respiro a Napoli e dintorni. Un risultato salutato con soddisfazione da Cesaro che spiega: «Il nuovo clima di solidarietà registrato dalle altre province campane ci dovrebbe consentire di uscire dalla crisi che attraversiamo». E ancora: «Questa temporanea deroga dalla provincializzazione dei rifiuti è più apprezzata perché condivisa e non imposta da ordinanze del presidente della Regione, come accaduto recentemente. Con questa disponibilità e tramite altri provvedimenti che andremo ad adottare, dovremmo riuscire a far fronte a quella che ha rischiato di diventare una crisi quanto mai preoccupante». A San Tammaro si scaricheranno in cinque giorni 1.500 tonnellate di frazione organica proveniente dagli stir di Caivano e Giugliano, contemporaneamente saranno ritirate dallo stir di Santa Maria Capua Vetere 2000 tonnellate di secco trito-vagliato, da spedire successivamente al termovalorizzatore di Acerra. La Provincia di Avellino dal canto suo, si era già dichiarata disponibile ad accogliere l’umido di Napoli a patto che si trattasse di una «moderata quantità» per un tempo definito, che fosse cancellata dalla legge la possibilità di realizzare una discarica ad Andretta e che non fosse messo in discussione il criterio della provincializzazione. Si sono guadagnati, così, una manciata di giorni per mettere a punto un progetto complessivo. Domani ci sarà una seduta del consiglio provinciale dedicata al tema rifiuti e Cesaro ha già annunciato che presenterà un piano. Il presidente spiegherà che almeno fino all’esaurimento delle discariche di Terzigno e di Chiaiano non saranno necessarie nuove discariche e non individuerà i siti che da quel momento serviranno per arrivare al 2004 quando presumibilmente sarà completato il termovalorizzatore di Acerra. Due gli obiettivi immediati: raggiungere in tutta la provincia una media del 25 per cento di differenziata e svuotare gli stir per metterli in condizione di stabilizzare la frazione umida da utilizzare poi come terra di copertura per le discariche. Esauriti i siti attualmente aperti ne serviranno altri per una capacità complessiva di 350mila tonnellate. Un altro tassello da incastrare nel complesso puzzle è l’approvazione del decreto legge che dovrebbe azzerare le discariche di Cava Vitiello, Valle della Masseria e Andretta, sdoppiare il consorzio unico di bacino, dare la possibilità alle Province di sforare il patto di stabilità, ai comuni di contrarre mutui con la cassa depositi e prestiti e concedere alla Regione un anticipazione di 100 milioni sui fondi fas.