«A noi valutare lo stato di fattibilità tecnica»

14 novembre 2010 - Gerardo Ausiello
Fonte: Il Mattino

«Il nucleare? Bisogna valutare attentamente le condizioni del territorio». Giovanni Romano, assessore all’Ambiente della Regione Campania, commenta così la decisione della Consulta di bocciare la legge varata dalla precedente amministrazione. «Sono d’accordo con quanto affermato dal presidente Stefano Caldoro in campagna elettorale e cioè che occorre la massima attenzione - spiega -. Oggi questa posizione è rafforzata dalla sentenza della Corte Costituzionale che affida allo Stato la competenza in materia». Quale sarà, allora, il ruolo delle Regioni? Secondo Romano «a noi tocca valutare le condizioni del territorio dal punto di vista geomorfologico, fisico e ambientale e segnalare al governo se sia tecnicamente possibile realizzare questi impianti. È ciò che faremo nei prossimi mesi». Per il presidente della commissione Attività produttive, Pietro Diodato, «è stata bocciata una legge predisposta dal centrosinistra e voluta dai signori del no che hanno fatto perdere alla Campania tempo prezioso per la realizzazione di infrastrutture importanti, anche sul fronte dei rifiuti. Questa visione non ci ha permesso di essere al passo con i tempi. La sentenza della Corte costituzionale fa chiarezza, rappresenta un’opportunità importante e ci consente di riprendere il filo del ragionamento in sintonia con quanto stabilito dal governo». Di tutt’altro avviso il commissario regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli: «Rispettiamo la decisione della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittime le leggi regionali con cui Puglia, Basilicata e Campania avevano vietato l’installazione sul loro territorio di impianti di produzione di energia nucleare, di fabbricazione di combustibile nucleare e di stoccaggio di rifiuti radioattivi. Ovviamente continueremo a combattere affinché non si realizzino nuove centrali nucleari sul nostro territorio e invece si incentivino le fonti di energia rinnovabili». «Non dimentichiamo - aggiunge - che il sud Italia produce attualmente già il 10% di energia in più rispetto al proprio fabbisogno e quindi non necessita di nuova impiantistica. Siamo infine assolutamente contrari all’ipotesi di trasformare l’ex centrale del Garigliano in provincia di Caserta in un sito nazionale di scorie nucleari. Abbiamo in programma una grande manifestazione regionale per ribadire le nostre ragioni».

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