ifiuti, Napoli è al collasso: sos alle province

Sibilla: "Sì a quote di solidarietà ma senza aumentare i conferimenti giornalieri a Pustarza"
13 novembre 2010 - Matteo Lapolito
Fonte: Il Mattino Avellino

Fila di compattatori a Pustarza Napoli è al collasso, nessuno può consentirsi, pur nella legittimità della propria posizione, di ignorare che il capoluogo di regione sta soffocando sotto i suoi rifiuti. Responsabilità, dunque, ma anche rispetto delle posizioni di province più virtuose ed autonome, come Avellino. Lo scenario, nella prossima settimana, è quello di quote di solidarietà nelle discariche esistenti e funzionanti in regione, e dunque anche Savignano Irpino, ma solo con regole e garanzie che preservino il loro «carico» quotidiano sopportabile ed il principio della provincializzazione. Sibilia, allora, presidente della Provincia di Avellino, che «ha in mano» le chiavi della discarica di Savignano, lascia aperto uno spiraglio per piccole quote di solidarietà, con paletti ben chiari. Il presidente della Provincia, pur non partecipando all'incontro di ieri alla prefettura di Napoli sull'emergenza rifiuti, ha ribadito le sue condizioni per accogliere eventuali quantitativi di immondizia dal capoluogo partenopeo e per un periodo assolutamente limitato. In ogni caso non se ne parlerà prima della prossima settimana. Sibilia è stato perentorio: «Pur di fronte ai drammi di Napoli, non permetteremo assalti indiscriminati a Savignano. Possiamo venire incontro alle esigenze per responsabilità istituzionale, ma a patti chiari. Altrimenti non se ne fa niente». Il primo inquilino di palazzo Caracciolo vuole innanzitutto delle garanzie ben precise: «Concederemo piccoli sversamenti a Pustarza entro i limiti giornalieri di quanto finora ha conferito la provincia di Salerno, senza appesantire la capacità di ricezione del sito irpino». In pratica non piu' di duecento tonnellate al giorno. Eppoi, se sverserà Napoli non dovrà farlo in contemporanea Salerno, che, comunque, da sette giorni non porta più rifiuti in Irpinia. Ancora, il tempo dovrà essere limitato. Si parla di soli cinque giorni. «Vogliamo, inoltre, che venga ribadito il principio della provincializzazione. Non bisogna toccare la legge, solo così possiamo tutelarci. In caso contrario ci assalirebbero. Non solo - aggiunge Sibilia - devono certificarci il pagamento dei conferimenti e, soprattutto, attendiamo il semaforo verde al decreto del Governo che cancella il sito del Formicoso tra le ipotesi di nuove discariche. Solo dopo possiamo ragionare su eventuali quote di solidarietà. Ovviamente - evidenzia il presidente della Provincia - tutto questo dovrà essere messo nero su bianco. Il Governatore Caldoro dovrà impegnarsi con un documento ufficiale». Contro la provincializzazione si sta creando un fronte bipartisan tra i politici napoletani, che va da destra a sinistra. Basti pensare che il Pd lunedì porterà in Consiglio provinciale a Napoli la richiesta di un ritorno alla gestione regionale del ciclo dei rifiuti. Un'eventualità che riporterebbe indietro rispetto a quanto fatto finora secondo quanto stabilisce una legge nazionale e una regionale, ed esporrebbe l'Irpinia e le altre zone interne al rischio di nuove discariche. Comunque, almeno fino ai primi giorni della prossima settimana non giungeranno rifiuti dalla provincia di Napoli ( duecento tonnellate di immondizia, comunque, equivalgono a sette camion). Lunedì, infatti, è prevista una riunione del tavolo inter-istituzionale alla Regione, nel corso del quale il presidente Sibilia e l'assessore all'Ambiente di palazzo Caracciolo, Domenico Gambacorta, ribadiranno queste posizioni. Ieri, intanto, al vertice alla prefettura di Napoli ha preso parte il rappresentante di governo di Avellino, Ennio Blasco che monitora la situazione. Nell'ambito di questo appuntamento l'Amministrazione Provinciale di Caserta ha già dato la propria disponibilità ad accogliere quantitativi di immondizia dalla città di Napoli, soffocatata da circa duemila tonnellate di pattume, sparse dal centro alle periferie. E il tavolo regionale sta studiando anche ipotesi, che appaiono praticabili, per portare fuori dalla Campania i rifiuti di Napoli e di una fetta della sua provincia.

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