Il Sannio guarda al futuro e punta sul riciclaggio
Si può ridurre, e di molto, la quantità dei rifiuti prodotti nel Sannio, e si possono riciclare anche molti dei materiali che oggi finiscono nel sacco dell’immondizia ”indifferenziata”: ecco perché si può fare a meno del termovalorizzatore e di nuove discariche. Sono alcuni dei dati emersi durante la conferenza convocata per presentare i prossimi lavori di adeguamento, potenziamento e miglioramento dell’impianto Stir di Casalduni, e gli obiettivi strategici che la Provincia intende conseguire con l’accordo siglato con il Centro Riciclo Vedelago. Alla conferenza c’erano il presidente della Provincia Aniello Cimitile, l’assessore all’Ambiente Gianluca Aceto, l’amministratore unico della Samte Luigi Diego Perifano, Carla Poli del Centro Vedelago ed Egildo Panfili, responsabile impianti Daneco (Stir Casalduni). Una struttura, si è detto ieri, che è possibile adeguare, in pochi giorni e con una spesa contenuta, affinché venga ridotto di 15/18.000 tonnellate annue le quantità di rifiuti non più trattabili da inviare alla discarica di Sant’Arcangelo; e di 8.000 metri cubi all’anno il percolato da smaltire definitivamente. Ovviamente ieri si è parlato anche della difficile situazione in Campania, e del rischio che le provincializzazione della gestione del ciclo dei rifiuti subisca una battuta d’arresto a causa delle difficoltà presenti in altre province. «Si vuole infatti nuovamente cambiare le carte in tavola - ha commentato Cimitile - con scelte poco lungimiranti, ancora più preoccupanti perché provengono da ambienti politicamente bipartizan». Aceto ha invece illustrato le iniziative assunte dalla Provincia: l’accordo con il Conai per il Piano dei rifiuti, le intese con Camera di Commercio e Comune per la riduzione delle quantità dei rifiuti prodotti, l’intesa con la Guardia di Finanza per il controllo delle discariche, l’insediamento delle Commissioni di controllo e la messa in sicurezza della discarica di Sant’Arcangelo, l’intesa “Eternit free” per rimuovere l’amianto dai tetti e realizzare impianti fotovoltaici; il completamento dei lavori di bonifica per la discarica di Tre Ponti a Montesarchio. La Poli ha infine illustrato la filosofia del Centro Vedelago che si intende portare sul territorio provinciale: «Nel riciclo spinto - ha detto - è il nostro futuro. Se è indispensabile ridurre la quantità complessiva dei rifiuti prodotti, è altrettanto importante capire che oggi gran parte del materiale che viene conferito in discarica è comunque una straordinaria risorsa economica, che può dare lavoro e che può essere utilissimo all’ambiente. A Treviso sono ben 190 le aziende che lavorano nel riciclo, secondo il nostro modello: nessuna di esse è in Cassa integrazione. Oggi molta materia di scarto che può essere riutilizzabile viene invece mandata all’estero dove la lavorano (per esempio per produrre panchine dei giardini pubblici o mattoni per l’edilizia) e l’Italia lo riacquista con una assurda dispersione di risorse finanziarie e un ancora più assurdo girovagare di Tir per l’Europa. Anche gli scarti possono invece essere una ricchezza e possono restare sul nostro territorio per essere ri-lavorati. Questi prodotti si chiamano ”materie prime seconde”. Il mercato in questo settore è in piena espansione e per studiare i possibili reimpieghi di materiali di scarto lavorano centri di ricerca ed Università con un ulteriore vantaggio per il territorio».