E' una fuga dalle responsabilità

Bassolino: io massacrato, ora c'è chi vuole solo strumentalizzare
13 novembre 2010 - Adolfo Pappalardo
Fonte: Il Mattino

La situazione «Se non si interviene subito, la situazione rischia di diventare più pericolosa di tre anni fa», lancia l’allarme Antonio Bassolino che aggiunge con malcelata rabbia: «Ora si può intervenire, la crisi non è strutturale e chi governa non ha gli attacchi che riversarono su di me il centrodestra e il fuoco amico del centrosinistra».
E ancora: «Io nei momenti drammatici sono andato in tv a dire sì e mi sono preso le mie responsabilità. Ora tutti le scaricano dicendo ”Non è di mia competenza, non è di mia comperenza”».
Inutile specificarlo, l’ex governatore si riferisce ai rifiuti e tocca l’argomento solo alla fine del suo intervento per far capire (anche) la diversità di trattamento riservata a lui e quella per i suoi predecessori. Fondazione Sudd, suo quartier generale da quando non siede più sulla poltrona più alta di Santa Lucia. Si presenta il libro della sua ex assessora Gabriella Cundari «Pianificazione Paesaggio Governo del Territorio» con interventi di Gennaro Biondi, Benedetto Gravagnuolo, Tullio D'Aponte, Andrea Cozzolino, Ugo Marani (modera Antonello Velardi del Mattino).
L’ex governatore parla per ultimo e all’inizio ragiona di urbanistica. Rivendica l’idea che c’era dietro Bagnoli o della riqualificazione delle periferie attraverso la metropolitana e l’insediamento dell’università. «Progetti non ultimati ma - ragiona Bassolino - al di là degli indubbi problemi, noi avevamo delle idee...Ma qual è l’idea di città e di regione dei prossimi anni? A destra e sinistra, io stento a vederle e invece su questo dovrebbe giocarsi l’impegno delle forze politiche». È il primo affondo. Poi vira sull’alluvione in Veneto: «Centinaia di case e fabbrichette costruite sotto il livello dei fiumi. Non si parla di quest’aspetto: se fosse accaduto in Calabria, la prima discussone all’indomani della tragedia, ne sono sicuro, sarebbe stata sulle responsabilità della classe politica locale. Non l’ho vista in Veneto questa discussione».
Un ragionamento per far capire come la tutela del territorio è un tema nazionale («Ci vogliono 7 miliardi per un programma ventennale minimo, gli stessi soldi per il ponte sullo Stretto...un’opera inutile») ma, soprattutto, per virare sui rifiuti. E sfogarsi: «Su alcuni temi ci dovrebbe essere corresponsabilità. Come sui rifiuti. Ma - avverte l’ex governatore - non vedo consapevolezza anche perché non c’è l’interesse mediatico di tre anni fa quando le tv mostravano i rifiuti anche quando non c’erano più. Il punto in cui siamo - aggiunge - è molto serio e occorre intervenire subito altrimenti ripiombiamo in una situazione peggiore di quella di tre anni fa». Situazione simile, quello dell’inverno 2007-2008, ma scenario assolutamente diverso. «Non bisogna abbassare la guardia, le leggi ora ci sono - attacca - e il governo attuale non è quello retto dalla sgangherata Unione. Appena eletto Berlusconi venne a Napoli, io ero in Prefettura dall’altra parte del tavolo e gli dissi: ne usciamo se lavoriamo assieme. Andai in tv a dire sì anche se non volevo (il riferimento è all’apertura delle discariche di Pianura e Chiaiano, ndr). Allora c’era responsabilità e corresponsabilità mentre oggi vedo l’opposto: tutti a dire ”non è di mia competenza”. Uno scaricabarile, prima c’era il dovere politico». Infine un consiglio e un avvertimento.
Il primo: «Ci si sieda attorno al tavolo, politici e tecnici, per risolvere la crisi». Il secondo: «Se qualcuno pensa per assurdo di scaricare la città di Napoli, per il valore e il nome nel mondo, le conseguenze sarebbero gravi per tutti. Governo compreso. E nessuno pensi di strumentalizzare, di lucrare su questa crisi perché nelle prossime elezioni i cittadini guarderanno a chi si impegna sulla crisi dei rifiuti. E tra i partiti s’avverta questa necessità, altrimenti il distacco con la società sarà incolmabile».

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