Rifiuti fuori regione: dice no anche la Puglia
La Puglia di Nichi Vendola dice no ai rifiuti di Napoli. «Non ci sono al momento le condizioni» sottolinea l’assessore alla Regione Lorenzo Nicastro. Sullo sfondo di una decisione che non sembra tuttavia irremovibile due questioni: la Protezione civile - titolare della materia - non ha saldato ancora il debito con le discariche pugliesi di 2 anni fa, almeno 5 i milioni in ballo. Era l’emergenza del 2008 e la Puglia fu uno dei pochi territori italiani che si accollò l’onere di 50mila tonnellate di spazzatura. In seconda battuta, ma non per importanza, la ribellione alla tesi che vede le regioni del sud come pattumiera d’Italia: «Il principio di solidarietà nazionale vale o no per tutti?» si interroga Nicastro. «Lo sprezzante no del Veneto - continua l’assessore - genera confusione politica. È come se dicesse che noi al sud le cose ce le dobbiamo vedere tra di noi altrimenti nulla si muove». Da un punto di vista tecnico la gara della protezione è stata vinta dal Consorzio Cite, che ha indicato quali impianti finali di smaltimento le Italcave Spa e Vergine Srl di Taranto ed Ecolevante di Grottaglie. Destinate ad accogliere 61mila tonnellate di cosiddetto «umido». In attesa di capire come evolve la situazione pugliese c’è uno stop anche dalla discarica della Calabria, nella zona di Lametia Terme dove il sito sembrerebbe avere problematiche irrisolvibili a breve. Brutte notizie che gettano nello sconforto una città e la sua provincia, 3,5 milioni di persone, che da un mese sono alle prese con la crisi della spazzatura. Come stanno le cose oggi a Napoli? Rispetto alle scorse settimane per la prima volta a terra ci saranno meno di 1000 tonnellate. Il tema però è il futuro. Il no della Puglia e i problemi della Calabria sono solo la goccia che potrebbe far traboccare nuovamente il vaso dell’immondizia. Taverna del Re, la discarica di Giugliano, ha le ore contate, già oggi potrebbe essere l’ultimo giorno per scaricare perché è satura. Chiuso anche questo sversatoio cosa succede? Dove andranno gettati i rifiuti di Napoli nel corso dei prossimi tre anni in attesa della costruzione dei termovalorizzatori? «Una doccia fredda il no della Puglia - spiega Luigi Cesaro il presidente della Provincia - la questione è che ci servono un paio di mesi di tempo per mettere a punto il piano delle cave e quello delle minidiscariche. Per questi due mesi i rifiuti andranno fuori regione e stiamo cercando di capire se in Italia c’è possibilità altrimenti andremo altrove». Ieri sera lungo vertice fra Cesaro il presidente della regione Stefano Caldoro e i tecnici sulla questione emergenza. Del resto c’è da tenere presente anche che domani c’è un Consiglio dei ministri che avrà al centro l’emergenza rifiuti. Dall’esecutivo dovrebbe essere ratificata la cancellazione di tre discariche, quella oramai famosa di Terzigno, quindi di Andretta in provincia di Avellino e Valle della Masseria nel salernitano. La decisione più attesa - dal punto di vista degli amministratori - è quella dello sblocco dei fondi, un centinaio di milioni di euro di fondi Fas e le deroghe al patto di stabilità. Soldi che servirebbero a rendere meno amara la pillola in quei territori che nei prossimi tre anni dovranno essere dotati di discariche.