Esonda il Sele, sfollate trecento famiglie

Animali morti annegati crolla un ponte a Contursi
Danni in Irpinia e Sannio
11 novembre 2010 - Gigi Di Fiore
Fonte: Il Mattino

La mappa del maltempo Capaccio. Luna e Asia scodinzolano al richiamo delle loro padroncine. Piene di fango, in uno scenario da blade runner. Tutt’attorno è un acquitrinio: in via Barizzo foce Sele, sei famiglie e una grande officina meccanica sono circondate dall’acqua color cioccolato. Qui il fiume Sele ha cominciato a straripare di notte. Come il torrente Ciorlito. E la strada, che va verso la litoranea, è sommersa dall’acqua. Paesaggi sconvolti, coltivazioni di carciofi, finocchi e broccoli con le pompe d’irrigazione e alberi di olivi trasformate in una piscina. La gente è fuori dalle case, aggredite dal fango nel piano terra. Gerardo Mazzarella fa l’autista. Vive con i suoceri, la sua casa è assediata dall’acqua. Racconta: «Stamattina alle cinque è cominciata l’inondazione, poi un trattore ha fatto franare l’asfalto e la strada lì avanti è diventata un torrente. Io ho dovuto mandare gli animali che allevo». Più giù, è un’altra storia: l’acqua si è fermata. Ma Capaccio diventa l’epicentro dell’esondazione dei fiumi della provincia di Salerno. Tre persone, che volevano soccorrere una bufala, vengono salvate a fatica. Sono in ospedale. La bufala è morta annegata. A lato del ponte sulla statale 18, tre escavatrici rimuovono fango. La gente si ferma a guardare l’acqua che si agita impetuosa, sfiorando i binari ferroviari. E il traffico si rallenta. Il sindaco Pasquale Romano ha subito firmato un’ordinanza di evacuazione per 300 famiglie. Le case delle zone di Gromola, Ponte Barizzo e Foce Sele dovrebbero essere lasciate per precauzione. Spiega il sindaco, che in via Trentalone cerca di convincere i concittadini a trasferirsi negli alberghi: «Abbiamo 2500 posti letto nelle strutture alberghiere. È stagione di chiusura. I danni sono tanti, da stimare. Spero che la gente ragioni e non dorma nelle case». Ma la maggioranza fa altre scelte: si sistemano nelle proprie auto, mentre la pioggia si fa meno insistente. In via Trentalone dicono in coro: «Si aggirano personaggi sconosciuti a guardare, abbiamo timore di furti e sciacallaggi. Restiamo qui, a vigilare le nostre case». Da Battipaglia fino a Capaccio il colpo d’occhio è ad effetto. Cilindri infagottati in cellophane. Serre per fiori e ortaggi inzuppate dalla furia dei fiumi. Si apre e chiude la grande diga di Persano, realizzata 80 anni fa, a mitigare l’impeto dei fiumi. Anche nelle province di Avellino e Benevento è allarme: decine di famiglie evacuate, 120 operazioni di soccorso in Irpinia, soprattutto tra Cervinara, Serino fino ad Avellino, 40 nel Sannio. La pioggia si calma e la provincia di Salerno fa i conti con le sue ferite: la furia delle acque ha fatto danni fino a Sala Consilina e nel Vallo di Diano: decine di famiglie evacuate, la statale 19 invasa dal fango, la strada provinciale tra Teggiano e San Pietro interrotta per la furia del Tanagro. La Coldiretti parla di tremila ettari di terreno sommersi. Alla Prefettura di Salerno, Guido Bertolaso traccia un primo quadro delle emergenze: «Sono state invitate ad evacuare oltre mille persone, per 30 giorni avremo necessità di assicurare in qualche modo acqua potabile a 500mila persone». Un paradosso: in questa furia delle acque, è allarme per l’acqua potabile che manca: il ponte tra Postiglione e Contursi è crollato e ha bloccato le condotte dell’acquedotto Consorzio Basso Sele per tre chilometri con danni tra i 5 e i 6 milioni di euro. Il risultato sono 14 comuni a secco, compresi i quartieri della zona orientale di Salerno come Pastena e Torrione. Alcuni sindaci hanno dovuto far chiudere le scuole: Pontecagnano fino a sabato, Battipaglia oggi nell’area della Piana del Sele, Eboli fino a venerdì. In attesa di riparare l’acquedotto, per un mese l’acqua sarà distribuita poche ore al giorno. Si pensa di riattivare i vecchi pozzi per riempire i serbatoi dei 14 comuni. Intanto arrivano le autobotti. È emergenza.

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