Airola Esposto denuncia del comitato di lotta sostenuto da Italia dei Valori

Rischio amianto, la parola al Tribunale

Materiale pericoloso abbandonato in centro e dalle aziende dismesse
9 novembre 2010 - Enzo Napolitano
Fonte: Il Mattino Benevento

Airola. La questione dell’inquinamento da amianto, da tempo segnalata dagli abitanti, arriva alla Procura della Repubblica. In particolare a muovere le acque è Giuseppe Maglione che denuncia la notevole quantità di amianto presente sul territorio di Airola ed in particolare nelle abitazioni del centro storico e nell’area dei capannoni industriali. Una questione che Maglione, anche attraverso un comitato spontaneo di cui è coordinatore, e ora sostenuto dagli esponenti dell’Italia dei valori, sta portando all’attenzione dell’opinione pubblica da alcuni anni. Ripetute sollecitazioni all’amministrazione comunale e al sindaco, Biagio Supino, per porre finalmente mano al risanamento, fino alla denuncia di qualche giorno fa al Tribunale sannita, perché venga disposta la bonifica della notevole quantità di amianto ancora sparso sul territorio comunale. Come si sa, la legge 257 del 92 sulla cessazione dell’impiego di amianto, soprattutto all’art.12 prevede l’obbligo della rimozione di questo pericoloso materiale, largamente utilizzato nell’edilizia fino ai primi anni Ottanta ed oggi ancora presente in canne fumarie di eternit o in pannelli di coibentazione industriale. Riconosciuti causa di tumori ai polmoni ed alle vie respiratorie, tali prodotti dovevano essere già stati rimossi, smaltiti e bonificati da ditte specializzate. Invece, come riferisce Maglione nel documento-denuncia, ciò non è avvenuto: «Le operazioni di monitoraggio dell’amianto in Airola – egli dice - sono iniziate nel lontano 2003, sette lunghi anni durante i quali il sindaco ed i suoi validi collaboratori, non hanno voluto liberare il paese da questo flagello; il problema amianto, purtroppo, non è conveniente». Accuse pesanti anche quelle legate all’estrema pericolosità dei capannoni dell’azienda Gs, di cui a distanza di cinque anni ancora si aspetterebbe il giudizio del Consiglio di Stato. Quanto alla gestione dei processi di bonifica, ad oggi la legge non prevede contributi o finanziamenti a privati, tanto che quasi tutti gli interventi di parziale rimozione dell’amianto dalle abitazioni sono stati a totale carico dei proprietari stessi. È risaputo che in situazioni estreme, e dopo alcuni decenni di utilizzo, l’eternit si degrada, diventando molto pericoloso. vengono denunciati già diversi casi di incidenti: esplosioni di canne fumarie a causa dell’accensione dei camini con la conseguente caduta in strada di amianto sbriciolato in tanti pezzi. Il rischio è che l’abbondante materiale abbandonato continui a rilasciare nell'aria fibre di amianto. Dal canto suo, il sindaco Supino fa sapere di avere disposto quanto di sua competenza, avendo atteso a tutti gli obblighi imposti dalla legge. Sulla stessa linea l’assessore all’ambiente, Giovanni Ruggiero, per il quale, nonostante le gravi ristrettezze economiche, il programma di bonifica sta comunque andando avanti.

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