Taverna del Re, Caldoro dai pm: «Non decido io i siti»
Al centro tra le scelte del governo e la mossa della Provincia, decisamente alle prese con la mobilitazione di tanti sindaci del Napoletano. Da cento giorni governatore, ieri mattina in Procura come testimone, come persona informata dei fatti. È toccato al presidente della Regione Campania Stefano Caldoro essere ascoltato dagli inquirenti che indagano sugli ultimi risvolti dell’ultima (in ordine di tempo) fase dell’emergenza rifiuti in Campania. Dopo Cesaro, dunque, Caldoro. È stato ascoltato per oltre un’ora dal procuratore Giovandomenico Lepore, dal procuratore aggiunto Aldo De Chiara e dai pm Federico Bisceglia e Maurizio De Marco, vale a dire i due titolari dell’inchiesta sulla riapertura della discarica di Taverna del Re. Un atto amministrativo al centro dell’indagine, c’è la delega ai militari del Noe. Passata ai raggi x la decisione di riaprire una discarica - quella di Giugliano -, già in passato toccata da altre indagini, oggi riscoperta nel pieno dell’ultima coda di una emergenza che va avanti dalla metà degli anni Novanta. Storia complessa, indagine che sembra mossa da una domanda che resta ovviamente implicita: chi fa che cosa? Quali sono le responsabilità amministrative nel nuovo corso della crisi? Stando a indiscrezioni, il governatore avrebbe spiegato che la Regione, a differenza delle Province, non ha competenze specifiche in materia di individuazione dei siti in cui sversare i rifiuti e dunque non ha avuto alcun ruolo nella riapertura di Taverna del Re. Ma la sua posizione politica non gli consente comunque di tirarsi indietro, specie di fronte a un ufficio inquirente che in questi anni non è stato a guardare. Chiare le preoccupazioni dei magistrati: cosa accadrà di qui a qualche mese, quando anche l’invaso di Taverna del re sarà completamente saturo? Quali sono gli sbocchi previsti dagli enti locali? Esiste un piano in grado di fronteggiare un’emergenza che potrebbe raggiungere nuovi picchi in vista della prossima primavera? Come a dire: in mancanza di una strategia, impossibile rinunciare a sequestri di siti a rischio per la salute pubblica, impossibile non intervenire con provvedimenti invasivi. Giustizia e politica, indagini e amministrazione. Altro snodo riguarda una vicenda amministrativa: a metà novembre è infatti fissato dinanzi al Tar, il ricorso contro la decisione di aprire la discarica di Taverna del re. Anche da qui attese e valutazioni, tutte da giocare sul filo del difficile rapporto tra politica e giustizia.