«Vesuvio, falda inquinata ma non per la discarica»

La falda acquifera vesuviana è inquinata, ma non a causa della discarica. Lo sostiene il professor Pietro Celico dell'università Federico II, incaricato dall'Asia di svolgere le analisi. «L’acqua di falda presenta un contenuto elevato di sali disciolti, riconducibile all’origine vulcanica dell’acquifero vesuviano», spiega Celico. Ma non solo. Il docente ha analizzato la banca dati messa a disposizione dal dipartimento di scienze della terra dell’università Federico II, verificando l’elevata presenza di fluoro, ferro, manganese, nichel e zinco «nelle litologie costituenti l’acquifero vesuviano; il che significa chedetti parametri non possono non essere presenti nelle acque che circolano al loro interno». I campionamenti di acqua di falda effettuati nei tre punti di misurazione esistenti intorno alla cava, dall’Arpac e dall’Asia (dal 26/05/2009 al 23/09/2010), mostrano il superamento del valore limite previsto dal decreto legge 152 di fluoro, ferro, manganese, nichel e zinco e, solo una tantum, del cadmio, della sommatoria pcb e dell’Aldrin; in nessuna delle analisi, la concentrazione dell’arsenico ha superato il limite imposto dalla legge. Secondo l'esperto il fatto che i superamenti avvengano sia nei punti a monte che in quelli a valle della cava significa che l'inquinamento non deriva dalla discarica, altrimenti ad essere inquinate sarebbero solo le acque a valle. E non solo. Le concentrazioni di fluoro, ferro, manganese, nichel e zinco, in tutti i punti, mostrano valori fluttuanti «anch’essi non compatibili con la sostanziale regolarità che avrebbe caratterizzato una perdita dalla discarica», sostiene il docente. Mentre le concentrazioni di ferro, manganese, sommatoria pcb e aldrin sono sempre maggiori (tranne in qualche analisi) nel misuratore posto a monte della discarica. «Tutte queste evidenze - scrive Celico - portano ad affermare con forza che non esistono elementi da poter far sospettare uninquinamento della falda idrica da parte della discarica».