Spazzatura nelle cavità del sottosuolo
Nuovi invasi, scontro tra le province
Fos - acronimo di «Frazione organica stabilizzata» - altro non è che la parte dei rifiuti organica che adeguatamente trattata diventa inerte, terra, addirittura concime da potere mettere ovunque. Il sindaco Rosa Russo Iervolino ritiene che questo materiale possa essere utilizzato per sanare il dissesto idrogeologico e risolvere in parte l’emergenza spazzatura: «Mettiamo a disposizione lo studio sulle cavità della città e vediamo che si può fare» spiega la Iervolino a margine del primo tavolo interistituzionale in Regione sulla questione rifiuti. Dove la soluzione nessuno l’ha portata ancora. Anzi, sono venute a galla sul da farsi spaccature molto rilevanti. Da un lato c’è la coincidenza di vedute fra lo stesso sindaco e il presidente della Provincia Luigi Cesaro: «Sono contro la provincializzazione dei rifiuti - spiega il sindaco - abbiamo un territorio piccolo con un’alta densità abitativa opinione che si oppone a quella dei presidenti delle altre Province campane che difendono i loro territori». Giova ricordare che per provincializzazione dei rifiuti si intende che ciascun territorio deve badare alla sua spazzatura. Sulla stessa lunghezza d’onda del sindaco c’è Cesaro: «Bisogna tenere presente la nostre peculiarità, sulla provincia di Napoli insistono 3,5 milioni di persone ed è morfologicamente impossibile trovare siti per fare gli sversatoi». Stefano Caldoro cerca di tenere la barra al centro: «Avanti con la differenziata e la zonizzazione». Dall’altra parte i presidenti delle province di Avellino, Benevento, Caserta e Salerno che in buona sostanza sostengono la provincializzazione che li mette al riparo dall’accogliere i rifiuti dai territori napoletani. La soluzione come la si trova in questo contesto? La sensazione è che se la Iervolino riesce a fare un sacrificio, appunto quello delle cavità, allora dalle 4 sorelle campane può arrivare per i prossimi due anni un’apertura, quella «solidarietà» auspicata dai vicini. A Napoli tante mini-discariche a qualche chilometro altri sversatoi, un «do ut des» istituzionale. Ecco perché l’ex ministro dell’Interno batte sul tasto delle cavità. Nelle 800 note che rendono il sottosuolo napoletano così instabile ci potrebbero finire non i rifiuti tal quali, i sacchetti neri, ma quelli trasformati in Fos. Non è semplice il procedimento ma nemmeno impossibile basta metterci buona volontà e qualche soldo. Qualche dato più significativo sul sottosuolo è utile a capire di cosa si sta parlando: si tratta di almeno 900mila metri quadrati, un’altra città, e giova riguardare che questo pezzo di Napoli è tanto sconosciuto quanto pericoloso. La materia è stata commissariata per ameno 10 anni. In teoria per sanare il sottosuolo servirebbero oltre 300 milioni di euro. Che nessuno è intenzionato a tirare fuori perché non ci sono. Spesso il sottosuolo napoletano è stato causa di vere e proprie tragedie e di crolli di interi palazzi. Le cavità cosa sono? Vecchie tombe e luoghi di culto, cisterne pluviali isolate, acquedotti, cave di tufo e di lapillo e pozzolana, gallerie e camminamenti sotterranei vale a dire gli ex rifugi delle due guerre mondiali. Questi ultimi sarebbero la maggioranza, ovvero 428. «Bisogna fare uno studio serio - racconta Luca Cuttitta speleologo e presidente dell’associazione ”La Macchina del tempo” - e verificare quello che si può fare. Credo che il Fos possa esseree messo solo se si prendono le adeguate contromisure». Il punto è proprio questo, come trattare adeguatamente la frazione organica dei rifiuti? Napoli ne produce mediamente 400 tonnellate al giorno al netto della differenziata. Per farlo diventare Fos bisogna che venga scaricato negli Stir, in vasche apposite dove deve restare per almeno 5 settimane. A quel punto sopravvengono altri trattamenti quindi lo si può portare ovunque perché inerte. Con il Fos per esempio si coprirà la discarica di Chiaiano fra qualche mese quando verrà chiusa. Il punto sono gli Stir: per renderli sicuri occorrono investimenti nell’ordine di qualche decina di milioni di euro. Infine la nomina del nuovo commissario del Consorzio di bacino Napoli-Caserta. Si tratta di Domenico Pirozzi che prende il posto di Gianfranco Tortorano che ha avuto l’interdizione dai pubblici uffici.