Due idee diverse di impianto La strategia di ostacoli e ricorsi
Scontro politico ma anche scontro culturale sul termovalorizzatore tra Vincenzo De Luca da un lato ed Edmondo Cirielli e Giovanni Romano dall’altro. La partita sull’impianto è, tuttavia, appena cominciata. La strategia del Comune è abbastanza chiara. Vincenzo De Luca è forte dell’appoggio dato pubblicamente in una conferenza stampa nazionale da Silvio Berlusconi che ha annunciato che il termovalorizzatore a Salerno sarebbe stato realizzato in breve tempo dal sindaco. Anche Guido Bertolaso alla trasmissione di RaiDue «Anno zero» aveva ribadito che era al lavoro per trovare una mediazione tra De Luca e Cirielli. Quest’ultimo ha provato a ritornare al centro dei giochi utilizzando la legge attuale per pubblicare, con un atto di forza, la gara d’appalto. La variante urbanistica decisa dalla Giunta comunale sarà sicuramente bocciata dalla Provincia ma crea incertezza sulla destinazione dei suoli di Cupa Siglia. Scatterà, infatti, un contenzioso che tra ricorsi e controricorsi si può trascinare per anni basandosi su un legittimo diritto del Comune a decidere sul destino dei suoli che ricadono nel proprio territorio. In questo quadro è difficile che una impresa decida di investire duecento milioni di euro di soldi propri (perché si tratta di un progetto di finanza) per un appalto che non è sicuro. Intanto il Comune spera in un intervento del Governo che ridia i poteri a De Luca. Lo scontro è anche culturale. De Luca vuol far entrare il Comune con una propria quota nella società che gestirà il termovalorizzatore pensando al modello della A2A, una società privata in cui il Comune di Brescia e quello di Milano hanno ognuno una partecipazione del 27,5% che garantisce notevoli introiti ai due enti (con benefici per i cittadini che vedono ridursi le tasse locali). Per questo il sindaco di Salerno vuole un impianto in grado di bruciare 450-500mila tonnellate di rifiuti, più di quanti ne produce la provincia di Salerno, per garantire margini di guadagno più ampi anche considerando la quantità di ecoballe distribuite in tutta la Campania. Cirielli e Romano, invece, puntano ad un impianto più piccolo (per 280-350mila tonnellate di rifiuti) destinato a bruciare solo i rifiuti salernitani che non deve produrre utili, destinando al Comune solo il ristoro per ospitare il termovalorizzatore, ristoro da condividere con Pontecagnano e San Cipriano. Solo sulla gestione c’è un’apertura, con la proposta di dar vita ad una società in cui Comune di Salerno e Provincia abbiano il 51% ma con quote paritarie, riducendo dunque al minimo i benefici per il capoluogo.