Riaperta la discarica Taverna del Re Cesaro sentito dai pm come teste

Spazzatura e appalti sequestrati gli atti del Tar Lazio
Progetto "Sistri" nel mirino
6 novembre 2010 - Leandro Del Gaudio
Fonte: Il Mattino

Rifiuti: blitz e audizioni in parallelo. Ore frenetiche in Procura, dove è stato ascoltato come teste il presidente della Provincia Luigi Cesaro, in relazione alla decisione di riaprire la discarica di Taverna del Re a Giugliano. Non mancano colpi a sorpresa su altri versanti, dal momento che è stata la Dda di Napoli - nel corso di un’altra inchiesta - a disporre il sequestro di atti al Tar del Lazio, nell’ambito del fascicolo sul presunto riciclaggio di denaro proveniente dall’appalto per il Sistri, sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti. Ma andiamo con ordine, a fare chiarezza sulle due mosse della Procura. Due indagini distinte in materia di rifiuti e pubblica amministrazione, dunque: con Cesaro si è parlato della capienza della discarica di Taverna del Re, ma anche dei flussi previsti negli altri invasi rimediati di recente. Poi: la qualità e la quantità dei rifiuti trasmessi, le analisi di laboratorio, i flussi. Ma anche la strategia, con una domanda di rito: cosa succederà di qui a due anni? Quali e quanti rimedi sta assumendo la Provincia dopo aver aperto Taverna del Re? Colloquio franco tra i vertici investigativi di Napoli e il principale responsabile amministrativo del ciclo di raccolta rifiuti a Napoli. Parte del colloquio è stato verbalizzato. Si è trattata di una sit, Cesaro è stato sentito come persona informata dei fatti. Incontro a porte chiuse, oltre al presidente Lepore, anche il procuratore aggiunto Aldo De Chiara, coordinatore delle indagini in campo ambientale, e i due pm Federico Bisceglia e Maurizio De Marco, titolari delle indagini su termovalorizzatore e discarica di Giugliano. Ma veniamo invece al filone culminato nel sequestro degli atti al Tar del Lazio: la Guardia di Finanza di Napoli ha acquisito atti nell’ambito dell’inchiesta sul presunto riciclaggio di denaro proveniente dall’appalto per il Sistri. Inchiesta condotta dal pm della Dda Catello Maresca, nella quale figura coinvolto l’imprenditore Francesco Paolo Di Martino, di Castellammare di Stabia. Quest’ultimo è il titolare del subappalto dei lavori dalla Selex Management, azienda del gruppo Finmeccanica che si è aggiudicata la commessa pubblica. Altre aziende specializzate in sistemi di sicurezza sono state escluse dalla gara e hanno fatto ricorso al Tar del Lazio; fatto sta che i documenti acquisiti dalla Guardia di Finanza sono i ricorsi presentati dalle imprese concorrenti della Selex, che potrebbero contenere informazioni utili alle indagini. Ma che cosa è il Sistri? È un progetto varato nel 2009 su iniziativa del ministero dell’Ambiente con l’obiettivo di informatizzare l’intera filiera dei rifiuti speciali a livello nazionale e dei rifiuti urbani per la Regione Campania. Qual è l’ipotesi battuta dagli investigatori napoletani? L’idea di fondo è che il denaro dell’appalto sia stato poi riciclato tramite Di Martino. Nei mesi scorsi, nell’ambito della stessa indagine, la finanza perquisì anche la sede della società calcistica abruzzese Valle del Giovenco: Di Martino, infatti, per un breve periodo ne è stato il presidente. Lo aveva preceduto nell’incarico Sabatino Stornelli, a sua volta vicino al gruppo Finmeccanica, un colosso che da qualche mese è al centro di accertamenti della Procura di Napoli. Ex dirigente di Telespazio, Stornelli è ad della Selex management spa, azienda che si è aggiudicata l’appalto per il Sistri.

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