Mister emergenza va in pensione Addio con amarezza

Bertolaso rammarico per i cumuli nelle strade
Su Terzigno diversità di vedute con il premier
6 novembre 2010 - Daniela De Crescenzo
Fonte: Il Mattino

«È tutta una questione di manico»: è il 2 novembre e Guido Bertolaso è a Napoli per discutere dei sindaci vesuviani. Arriva dal Veneto sommerso dalle piogge e, commentando le ultime vicende dell’infinita emergenza Campana, sottolinea le inadempienze degli amministratori e racconta la sua amarezza: «Perché quei rifiuti che sono ancora qui nelle strade della città potevano essere tranquillamente rimossi». E poi sottolinea di essere a favore dell’applicazione della legge che stabilisce l’apertura di dieci discariche in Campania. Terzigno inclusa. Il premier ha deciso diversamente, sottolinea. Il capo della Protezione civile è uno che le polemiche le affronta a viso aperto. Così a Napoli non rinuncia a dire fino in fondo la sua anche se ormai da luglio ha già presentato la domanda di pensione e la data del suo addio dal dipartimento e dal sottosegretariato è già stata fissata: l’11 novembre. Da giovedì Guido Bertolaso, 60 anni, sarà un pensionato qualsiasi, anche se ieri al termine del Consiglio dei ministri Berlusconi si è augurato di trovare presto una soluzione per una «collaborazione continuativa». E già si è parlato nelle scorse settimane di un incarico all’estero. Intanto lunedì il capo della Protezione civile saluterà i suoi, poi, continuerà a lavorare per l’alluvione. Da venerdì sarà sostituito dall’ex prefetto de L’Aquila, Franco Gabrielli. L’era Bertolaso sarà da quel momento ufficialmente chiusa. «Non so se sono stato utile, so che ho lavorato parecchio. E ora finalmente potrò spegnere i telefoni e andarmene in vacanza». È stata un’era, quella di Bertolaso, contrassegnata da innumerevoli polemiche. La prima scoppia quando, dopo essere diventato capo della Protezione civile nel 2001 (aveva già ricoperto l’incarico in precedenza per un breve periodo) viene nominato nell’ottobre del 2006 dal governo Prodi commissario per l’emergenza rifiuti campana. Resta al suo posto fino al luglio del 2007. Un periodo di fuoco: il contrasto con il ministro Pecoraro Scanio sull’apertura delle discariche a Terzigno e a Valle della Masseria diventa sempre più roventi. Finché Bertolaso si dimette. Passano pochi mesi e la spazzatura dilaga contribuendo al crollo del governo. Dopo le elezioni vinte da Berlusconi, il premier decide di puntare su di lui per risolvere la crisi che ha portato Napoli sulle prime pagine di tutti i giornali del mondo. Lui torna in Campania da sottosegretario e il governo approva un decreto che prevede la realizzazione di dieci discariche, Valle della Masseria e Terzigno incluse. Proprio in quei giorni, però, il sottosegretario riceve un avviso di garanzia per l’inchiesta «rompiballe». Nei giorni scorsi la sua posizione è stata archiviata. Il secondo periodo di Bertolaso a Napoli si conclude nel dicembre del 2009: in quel momento le strade sono pulite e l’impianto di Acerra è stato da tempo inaugurato. Un decreto sancisce la chiusura dell’emergenza rifiuti. Il capo della Protezione civile torna a Roma dove vive un altro periodo difficile per le indagini sulla cosiddetta «cricca». Dopo meno di un anno, però, la spazzatura napoletana torna a far parlare di sé. La popolazione del Vesuviano si oppone all’apertura della seconda discarica nel parco. Il premier decide di inviare nuovamente il sottosegretario in Campania, formalmente per risistemare la prima discarica del Vesuvio, in realtà anche per discutere con i sindaci del Vesuviano. Il resto è storia di questi giorni. Bertolaso tenta la mediazione, ma Berlusconi lo spiazza arrivando a sorpresa per due volte in due giorni a Napoli e annunciando che Cava Vitiello sarà stralciata dalla legge con un nuovo decreto (il terzo) sull’emergenza rifiuti. Intanto i dieci giorni sono passati e Bertolaso torna a Roma. Ancora pochi giorni e andrà in pensione. Con tanta amarezza per quei rifiuti ancora in strada.

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